Rivoluzione San Domenico: cucina nuova

Il ristorante ’bistellato’ chiuderà per un paio di mesi dal 25 aprile. Lo chef Mascia: "Sostituiamo tutto, dai rivestimenti agli impianti"

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"Moderni nella forma e anche nella sostanza". Così Max Mascia, chef del bistellato ristorante San Domenico, sintetizza l’intervento strutturale in programma nel locale di via Sacchi: la sostituzione, da cima a fondo, della cucina. Il locale dove nascono piatti famosi un po’ in tutta Italia verrà completamente rivoluzionato, innestando la tecnologia 4.0 nell’impiantistica. Per un spazio di circa 300 metri quadrati è un cantiere mica male, che metterà in cantina una cucina avviata esattamente trent’anni fa.

"Saremo aperti fino a domenica 24 aprile – spiega Mascia –Poi dal 26 via ai lavori. Pensiamo di restare chiusi un paio di mesi. Rifacciamo tutto, dai pavimenti ai rivestimenti, l’impianto elettrico, quello idraulico. Faremo una cucina con materiali italiani, ad iniziare dalla De Manincor di Trento, per finire alla Coop Ceramica di Imola per pavimenti e rivestimenti, più altre aziende del territorio (non più lontane di Bologna, per intenderci)".

"Nel periodo della chiusura per lavori avremo qualche evento in giro – riprende Mascia – Uno a Venezia, poi saremo agli Internazionali di tennis di Roma in maggio, e il 18 giugno apriremo al Forte Village in Sardegna". Tra le novità in arrivo con la rivoluzione strutturale la sala con vista cucina: "Creeremo una saletta per mangiare da dove si possa osservare al di là di una vetrata la brigata dei cuochi al lavoro: siamo dodici. Ci piace poter condividere il nostro lavoro, senza segreti. Per questa sala creeremo menu particolari".

E quindi, una cucina che fu inaugurata nel 1992 in coincidenza con un fine settimane di F1, finisce il 24 aprile in concomitanza con un fine settimana di F1. Le cucine interamente rinnovate, sono state volute, ideate e disegnate da Max Mascia. Un progetto maturato in oltre 2 anni di lavoro assieme ad architetti e tecnici, che riflette e traduce la visione imprenditoriale di Mascia. Max ha studiato il progetto perché possa entrare nelle campagne degli incentivi statali, perché le cucine diventino sostenibili con introduzione dell’induzione e il controllo globale dei flussi energetici, delle eccedenze.

In un ambiente ricco di arte (basta guardare alle pareti), non va dimenticata la cantina: un vero e proprio caveaux costruito oltre cinquecento anni fa e che oggi contiene quasi 2.400 etichette e oltre 15mila bottiglie, tesori dell’enologia nazionale e internazionale di annate rare e preziose. Qui il ‘capo’ è il sommelier Francesco Cioria, mentre nel ristorante lavorano sempre lo chef Vale ntino Marcattilii, suo fratello Natale e il figlio di questi, Giacomo, che conduce la sala. La storia continua.

red. cro.