Sacmi in campo per i bimbi del Congo. Fondi a una scuola

L’azienda contribuirà alla realizzazione di una nuova aula

I bambini del Congo felici per l'aiuto che arriva dall'Italia

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Imola, 8 dicembre 2018 - Sacmi in campo per i bambini africani. Il colosso imolese, infatti, ha deciso quest’anno di finanziare la costruzione della quarta classe della Scuola di Pietro a Bukavu e il vitto e l’alloggio degli insegnanti della scuola per un anno.

La Scuola di Pietro sorge nel villaggio di Cireja, distretto di Kavumu a Bukavu in Repubblica Democratica del Congo e il nome deriva da Pietro Venieri, un giovane imolese scomparso prematuramente in un incidente stradale nel 2013.

L’istituto scolastico permette un’istruzione di qualità gratuita a 220 bambini, che abitano in una delle aree più povere del paese, devastato dalle guerre civili. La costruzione della scuola è iniziata nel 2016 grazie al Gruppo Missioni Imola-Bukavu dell’Oratorio di San Giacomo, in collaborazione con il centro Kitumaini di Bukavu e la comunità religiosa «Les Amis de Don Beppe», ed oggi vede realizzate le prime tre aule.

Il sostegno di Sacmi permetterà la costruzione della quarta aula e rappresenta quindi una tappa fondamentale del progetto, che si dovrebbe concludere entro il 2021 con la realizzazione delle sei aule necessarie per il completamento dell’intero ciclo scolastico (6 anni, secondo la legislazione locale). «Quest’ultimo progetto – sottolinea il presidente di Sacmi Imola, Paolo Mongardi – rappresenta una ulteriore testimonianza di come, attraverso gesti concreti, si possa restituire valore sociale al nostro agire economico che deve, anzitutto, andare a vantaggio della dignità della persona, a partire dai soggetti più deboli».

La scelta di sostenere «La Scuola di Pietro» si inserisce, per Sacmi, nell’ambito delle azioni che, nel corso degli anni, hanno visto la Cooperativa al fianco delle principali realtà associative, scolastiche, sanitarie imolesi, per lo sviluppo di progetti benefici. Il problema dell’istruzione è particolarmente importante in questo contesto, dal momento che le altre scuole sono a pagamento e spesso non garantiscono una buona istruzione. Inoltre, sottolinea Stefania Batani, madre di Pietro Venieri e volontaria dell’Associazione Oratorio San Giacomo di Imola, «dobbiamo ricordare che molti di questi bambini sono figli di stupri etnici; in questo senso, la scuola rappresenta uno strumento prezioso di supporto a un’intera comunità che deve anzitutto ricostruirsi una propria identità, attraverso nuove reti di solidarietà e di relazioni umane».