Salvi centinaia di pesci prigionieri della siccità

L’impresa dell’Asp Valsanterno: recuperato mezzo quintale di specie ittiche dai canali in secca. "E’ la prima volta in tanti anni"

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di Gabriele Tassi

Prigionieri delle acque improvvisamente diventate una casa troppo stretta. Il destino di molti pesci, in tempo di siccità, è appeso a un filo: i canali si seccano, e tante specie ittiche rimangono intrappolate in vere e proprie pozzanghere. Una sopravvivenza che ha letteralmente le ore contate, se non fosse per il lavoro svolto in questi giorni dalla Asp Valsanterno. L’associazione di pescatori sta infatti portando in salvo, in particolare dal Canale dei Molini, tantissimi pesci, sottraendoli a una morte per asfissia. Dei veri addetti ai lavori insomma: tra loro ci sono anche diverse guardie di vigilanza delle acque Fipsas, angeli custodi della fauna ittica.

E allora maniche corte, stivaloni e guanti. Poi dentro ai canali con l’acqua stagnante al ginocchio. "Oggi (ieri, ndr) siamo intervenuti nel canale in zona Sacmi, mentre il giorno prima eravamo nella zona di Bubano e Codrignano", spiega il segretario dell’associazione, Andrea Bordini. Per recuperare i pesci i volontari appassionati – chiamiamoli così, perché per il loro lavoro non percepiscono alcun contributo –, utilizzano "uno storditore elettrico – spiega Bordini –, un apparecchio che grazie a piccole scosse, permette di stordire in maniera assolutamente innocua i pesci più piccoli, e poi basta recuperarli con un retino".

Finiscono così nelle vasche dell’associazione Barbi, Cavedoni, Triotti, Losche e Ravelle: centinaia di pesciolini strappati al soffocamento. Gli appassionati sono attrezzati: hanno ossigenatori per l’acqua, e ghiaccio per tenerla fresca. Questo permette alle specie ittiche di sopravvivere finché non vengono reintrodotte in un fiume o in un torrente. "Altrimenti non durerebbero più di una settimana – spiega il segretario di Asp Valsanterno –. Con i canali in secca si formano pozze larghe qualche metro e non più alte di una spanna, prive di ogni ricambio di acqua e di ossigeno".

Siamo quindi davanti a una siccità che non colpisce solo campi e uomini, ma anche tutta la fauna che abita i corsi d’acqua. "Non avevamo mai visto un ’secco’ così – conferma Bordini –. Il lavoro di recupero viene svolto periodicamente circa tre volte l’anno, ma solo per facilitare i lavori di manutenzione del canale, quando viene svuotato. Ciò che stiamo facendo in questi giorni è un vero e proprio intervento di soccorso".

La squadra della Valsanterno, composta, oltre a Bordini, da Davide Tassinari (vicepresidente Asp Valsanterno), Andrea Arcangeli, Andrea Noferini e Nicolò Mazzolani, continuerà il proprio lavoro anche nei prossimi giorni. E la natura ringrazia l’uomo, almeno per questa volta.