Imola (Bologn), 13 agosto 2024 – La Lega cittadina perde un altro pezzo. Dopo Rebecca Chiarini (confluita nel misto), Simone Carapia e Serena Bugani (entrambi confluiti in FdI), lascia il carroccio anche il giovane Riccardo Sangiorgi, da tempo ormai ’separato in casa’ con posizioni molto diverse da quelle del partito nazionale (aveva criticato la linea del partito e la candidatura del generale Vannacci, fra l’altro). In consiglio comunale resta solo Daniele Marchetti.
Sangiorgi ha annunciato l’addio – ma non abbandona la politica e resta in consiglio comunale, ci tiene a precisare – con una lunga e articolata lettera aperta (impossibile da riportare integralmente). Il consigliere definisce la decisione "irrevocabile". Per Sangiorgi "nel tempo la Lega è radicalmente cambiata e sicuramente lo sono anche io, ma in direzioni opposte. Siamo diventati incompatibili crescendo, insomma, quindi credo sia arrivato il momento che le nostre strade si dividano". L’attacco è direttamente al segretario: "La verità è che questo movimento, trasformato silenziosanente in partito, è diventata proprietà personale di Matteo Salvini che lo ha portato a essere una forza di destra radicale, alleata con le forze neofasciste di mezza Europa, snaturando l’impostazione originale di movimento né di destra e né di sinistra. Personalmente, infatti, mi sono avvicinato nel periodo del Governo Conte I, quando finalmente si era deciso di superare le logiche del bipolarismo novecentesco tra destra e sinistra. Purtroppo, dalla decisione di far cadere quel governo all’appoggio del Governo Draghi, gli errori sono stati troppi e le posizioni del partito sono diventate spesso indifendibili. Ma come si fa, per esempio, a difendere Crippa, vicesegretario della Lega, che poche settimane fa disse che la X MAS è meglio di Bella Ciao? Da quando siamo diventati un movimento neofascista? Data la mia giovane età ho studiato le origini della Lega e ricordo Bossi che diceva che il movimento era fieramente antifascista. Capisco che a volte questa canzone, Bella Ciao, venga strumentalizzata da qualcuno, ma quei valori sono patrimonio di tutti". E dopo un riferimento al movimento indipendentista catalano, aggiunge : "Ormai il federalismo e l’autodeterminazione dei popoli sono concetti che sono stati abbandonati da questa dirigenza (...) Insomma, da sindacato del territorio ci siamo trasformati in un partito nazionalista che pensa al Ponte sullo Stretto di Messina".
Poi ricorda l’erosione di consensi patita dal partito e e sue critiche alla candidatura di Vannacci, le cui posizioni "dal mio punto di vista spesso omofobiche e razziste" "hanno spinto il partito ancora più a destra". E quindi “in un partito anzi, una caserma, dove contano solo Capitani e Generali, io ho deciso di non essere un soldatino semplice. Mi rifiuto di combattere battaglie che reputo sbagliate e dannose. Preferisco essere un obiettore di coscienza". Precisa che non entrerà in FdI ma porterà avanti, per ora, le sue idee. Solo elogi però per il collega leghista Daniele Marchetti: "Per quanto riguarda le elezioni Regionali in Emilia Romagna, nonostante la mia delusione verso la candidatura del centro destra, vorrei però ribadire la mia massima fiducia nell’amico Daniele Marchetti, che ringrazio anche per questi anni in cui abbiamo lavorato bene insieme, che sicuramente avrà la mia preferenza personale, per l’ottimo lavoro svolto negli ultimi 10 anni in Regione. Imola merita un ottimo rappresentante come lui".