Sanità Imola, l'sos dell'Ausl: servono medici, tecnici e infermieri

Il dg Rossi in commissione: "Entro fine 2023 copriremo i primariati vacanti, ma il problema vero è trovare le altre figure che mancano"

Andrea Rossi, direttore generale dell’Azienda Usl di Imola

Andrea Rossi, direttore generale dell’Azienda Usl di Imola

Imola, 7 maggio 2022 - Non tanto la copertura di quella decina di primariati ancora vacanti, quanto la carenza (ormai cronica) di infermieri, tecnici e medici di medicina generale. È questa la preoccupazione principale del direttore generale dell’Ausl, Andrea Rossi, per il futuro della sanità imolese. Un timore manifestato dallo stesso Rossi, ieri pomeriggio, nell’ambito di una commissione consiliare dedicata agli scenari post-pandemia.

"Le procedure concorsuali richiedono tempo – rimarca il dg dell’Ausl in riferimento alla questione dei primariati coperti oggi in buona parte solo grazie a facenti funzioni –. E due anni di emergenza hanno molto rallentato il loro espletamento. Ma entro la fine del 2023 arriveremo a coprire tutte le posizioni vacanti".

La tabella di marcia è presto fatta: sistemata nelle scorse settimane la Chirurgia, le procedure per nominare i nuovi direttori delle unità operative Distretto e Cure primarie sono in corso. Per quanto riguarda invece Ostetricia e Ginecologia, Neuropsichiatria infantile e Anatomia patologia l’orizzonte è la fine di quest’anno. Mentre negli altri cinque casi, ribadito che spesso ci sono dei facenti funzioni, si lavora in ottica 2023: si tratta di Gastroenterologia, Geriatria ("Ma è un nuovo primariato, visto che diventa una struttura complessa"), Nefrologia e Pediatria, Oculistica. Infine, venendo all’unità operativa di Riabilitazione, è stato trovato un accordo con Montecatone in base al quale la copertura è assicurata da un professionista di quella struttura.

"Sostituire un primario non è come sostituire uno sportellista del Cup – avverte Rossi –. Per cambiare un impiegato va bene qualsiasi professionista con competenza informatica e savoir-faire. E lo dico con tutto il rispetto per chi fa quel mestiere. Nel caso del primario invece, abbiamo visto in questa Ausl come indicare alcune persone in passato si sia dimostrata una catastrofe. Prima di arrivare a una nomina, questa direzione ci pensa. E il ricorso a un facente funzioni serve proprio per valutare se quella persona lì può fare quel mestiere".

Detto questo, si torna al discorso iniziale. E al rischio vero, almeno secondo Rossi, per il futuro della sanità imolese. "Non sono affatto preoccupato dalle posizioni apicali vacanti, ma lo sono molto per un altro aspetto che determina buchi di organico visto che, in questo caso, non abbiamo facenti funzioni – argomenta il dg dell’Ausl –. C’è un grande problema occupazionale relativo alle figure che non si trovano sul mercato e che si fa enorme fatica a trovarle come per esempio gli infermieri, in particolare quelli del blocco operatorio, e tecnici di radiologia e di laboratorio. C’è stata una programmazione deficitaria sulla formazione. La logica dei numeri chiusi era quella di stringere i rubinetti per spendere poco".

L’elenco di Rossi, mostrato alle forze politiche di maggioranza e opposizione, comprende anche anestesisti, oculisti, ginecologi e professionisti di pronto soccorso. E ancora radiologi, pneumologi e pediatri. E soprattutto medici di medicina generale.

"Per quelli avremo un problema nel giro di due o tre anni – prevede il dg dell’Ausl in riferimento ai dottori di famiglia –. Ci saranno tanti pensionamenti e non abbiamo giovani pronti a sostituirli. Avremo criticità, in particolare nelle zone periferiche come i comuni della Vallata del Santerno. Ci sono serie difficoltà di reclutamento che non vedo risolvibili nel breve periodo".