"I tagli alle retribuzioni vanno cancellati, intervenga la Regione"

Sciopero alla Cims per protestare contro le decurtazioni. "C’è tanta rabbia"

Il presidio organizzato davanti alla sede della Cims in via Molino Rosso

Il presidio organizzato davanti alla sede della Cims in via Molino Rosso

Imola, 5 maggio 2018 – Grande adesione allo sciopero per tutta la giornata proclamato ieri dai sindacati per protesta contro i tagli agli stipendi decisi dalla cooperativa Cims di Borgo Tossignano. Decine fra lavoratori, soci-lavoratori della Cims e sindacalisti hanno dato vita a un presidio di fronte alla sede imolese della coop, in via Molino Rosso, spingendosi fino alla rotonda all’ingresso dell’A14 per divulgare il più possibile la propria protesta e le ragioni che l’hanno attivata. I sindacati di settore della Cgil e della Cisl hanno diffuso una nota, in cui esprimono «forte disappunto per l’impossibilità di rìaprire un dialogo con la cooperativa Cims, atto a trovare soluzioni differenti a quelle unilateralmente messe in campo dall’azienda per affrontare la situazione di difficoltà».

I sindacati prendono atto di questo atteggiamento e nei prossimi giorni chiederanno con urgenza un incontro alla Regione «per illustrare la situazione in essere e per condividere un percorso a tutela dei salati e dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici della cooperativa». «C’è tanta rabbia – sottolinea Sonia Bracone, della Cgil, al presidio – I lavoratori non accettano quanto deciso dalla Cims. Vanno cercate soluzioni alternative al taglio drastico delle retribuzioni, taglio che incide sugli imponibili lordi. Vorremmo che la Cims fosse disponibile al dialogo, con trasparenza e correttezza. Vogliamo un tavolo regionale per discutere».

I tagli decisi dalla Cims nel consiglio di amministrazione del 29 gennaio vanno dal 3 al 16 per cento: «Su stipendi di 1.000, 1.100 euro pesano per 150 euro: è molto», sottolinea Gaetano Lombardo, della Filca Cisl. I dipendenti della Cims sono circa 280, dei quali 180 sono soci-lavoratori. «Nel 2016 la coop ha fatturato 39 milioni di euro – dice la Bracone – Il fatturato è triplicato nel giro di tre anni». La coop ha infatti acquisito alcune delle commesse che un tempo erano appannaggio della Cesi, e ha arricchito il proprio portafoglio-ordini. Quanto al bilancio 2017, questo non è stato ancora approvato, e dovrebbe esserlo a breve. «La Cims ha motivato i tagli con una crisi che però non è conclamata – dicono la Bracone e Lombardo – Quella delibera del 29 gennaio va sospesa, e bisogna entrare nel merito della discussione, con equità. Tra l’altro, la decisione di Cims va a toccare la contrattazione collettiva, e tocca anche i contributi pensionistici. In questo modo si crea un precedente. Il nostro obiettivo è tutelare anche la professionalità dei lavoratori, che è un valore aggiunto: non vogliamo vada dispersa».

«Solidarietà e massimo impegno per i lavoratori e lavoratrici della Cooperativa Cims»: li assicura il capogruppo della Lega al Circondario, Simone Carapia. «Mi auguro – dice – che le istituzioni territoriali non stiano apaticamente a guardare questa pericolosa e abbondante ‘cresta’ sugli stipendi dei lavoratori. Ci deve essere il massimo sforzo perché non si ripeta la macelleria sociale registrata con Cesi e ci si adoperi celermente per ridare dignità al lavoro e a queste persone».

ma. mar.