Scuola, il Comune assume

Su 100 operatori che lavorano tra nidi e materne, 13 sono precari. «Saranno regolarizzati presto»

Asilo nido (foto di repertorio)

Asilo nido (foto di repertorio)

Imola, 20 settembre 2018 - Avanti con l’assunzione a tempo indeterminato dei precari del settore infanzia, mentre nell’immediato non sembra esserci margine per l’abbassamento delle rette dei nidi varato in questi giorni (grazie ai fondi ministeriali) sia da Castel San Pietro che da Medicina. È questa, in estrema sintesi, la linea dell’amministrazione in materia di scuole comunali. A tracciarla è l’assessora Claudia Resta, intervenuta ieri mattina in commissione consiliare per fare il punto sulla situazione due settimane dopo l’avvio delle attività per i più piccoli, partite il 3 settembre, e nei giorni in cui suonano le prime campanelle del nuovo anno scolastico anche per gli alunni di elementari, medie e superiori.

Secondo il quadro fornito dalla Resta, dei circa 100 operatori che lavorano oggi tra nidi e materne comunali solo 13 sono ancora precari. «A partire dal prossimo anno, vogliamo che tutti i posti siano coperti da personale a tempo indeterminato – avverte l’assessore –. Per ora non è ancora possibile, a causa dei tetti previsti per le assunzioni di nuovo personale».

Più difficile, invece, almeno per l’immediato, che il Comune di Imola segua le orme di Castel San Pietro e Medicina. Grazie ai soldi della ‘Buona scuola’, le due amministrazioni hanno infatti potuto abbassare le rette che le famiglie pagano per far frequentare i nidi ai loro figli. «Considerato il bilancio in via di definizione, attualmente non siamo in condizione di modificare le tariffe – ammette la Resta –. Almeno per il 2019, lo escludo. Se poi nei prossimi anni avremo la possibilità di andare incontro alle famiglie, saremo ben contenti di farlo».

Entrambe le situazioni, sia quella del personale a tempo determinato che quella relativa alle tariffe dei nidi, non sembrano però preoccupare il responsabile del Servizio Infanzia del Comune, Daniele Chitti. Nel primo caso, avere 13 precari su 100 «rientra nella normalità», fa notare Chitti, che sul fronte tariffe definisce invece l’attuale regolamento voluto dalla precedente amministrazione «vantaggioso per i meno abbienti».

Guardando invece agli alunni più grandi, il nodo rimane quello delle supplenze. «Restano da coprire ancora pochi posti – assicura Gian Maria Ghetti, presidente della Rete delle Scuole autonome imolesi –. E poi sono rimaste le supplenze brevi come maternità e malattia, ma anche in questo caso è una percentuale molto bassa».

Terminato invece, già nelle scorse settimane, il valzer dei presidi. Nelle quattro scuole superiori imolesi ci sono tre dirigenti: lo stesso Ghetti, oltre a guidare allo Scarabelli, ha infatti la reggenza del polo liceale. Al Paolini Cassiano, dove Enrico Michelini ha tagliato il traguardo della pensione, è arrivata invece Ernestina Spiotta (avrà in reggenza anche il Centro provinciale per l’istruzione degli adulti), mentre un’altra donna, Vanna Monducci, resta all’Alberghetti. Quanto ad elementari e medie, dei sei istituti comprensivi del territorio sono ben tre quelli in reggenza. In generale però, «la situazione rispecchia quella regionale – conclude Ghetti –. E dunque non è preoccupante».