Senza pioggia da 76 giorni "Riserve idriche esaurite"

L’allarme del climatologo Ravaldi: "Frumento e cipolle a forte rischio". Precipitazioni in vista da metà settimana: "Ma il deficit resterà grave"

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di Maurizio Marabini

Non piove da 76 giorni. Per rimettere un po’ in sesto le riserve idriche sotterranee occorrerebbero dalle 3 alle 5 settimane di pioggia ‘buona’, ovvero senza temporali o acquazzoni. La pioggia di una normale, maestosa perturbazione di origine atlantica che si attardasse flemmatica sui nostri territori. Ma il bicchiere non è solo mezzo vuoto. E’ anche mezzo pieno. Lo sottolinea Fausto Ravaldi, che segue l’Osservatorio meteorologico dell’istituto Sacarabelli.

"Settantasei giorni senza pioggia è un periodo lungo – esordisce – Negli ultimi 4-5 anni un periodo così senza precipitazioni non c’era mai stato. E’ vero che di norma gennaio e febbraio sono abbastanza siccitosi, ma stiamo arrivando da due anni non piovosi. La media pluviometrica annuale di Imola si aggira sui 783 millimetri (ovvero 783 litri di acqua per metro quadrato, ndr). Ma nel 2021 ne abbiamo registrati solo 524, un terzo sotto la media. Nel 2020 appena 520. Non sono livelli record, perché nel 1988 ne registrammo appena 433. La scarsità idrica del 2022, finora, eredita dunque una situazione siccitosa. Nel 2022 abbiamo avuto solo 71 millimetri di pioggia, quando ne servirebbero dai 300 ai 400. E questi mesi non sono ovviamente quelli estivi, dove piove poco".

"Succede che di solito le perturbazioni viaggiano da ovest verso est – analizza Ravaldi – ma dal 5 dicembre 2021 ad oggi abbiamo assistito a un andamento retrogrado, da est verso ovest, dei flussi perturbati, tutto questo indotto dall’anticiclone asiatico. E’ anormale questa lunghezza temporale: avviene da 111 giorni, mentre prima lo si notava per 5-7 giorni".

Quanto è grave ora il deficit idrico?

"Allo Scarabelli abbiamo elaborato un indice di siccità, che misura la fatica delle piante ad assorbire acqua. Ad agosto 2021, in piena estate, è arrivato a 170 centibar, ma va detto che le piante sopravvivono anche a 1.500-1.700 centibar: sopravvivono, non parlo di produrre. Oggi questo indice è 55: vale a dire che il terreno è asciutto e polverulento, ma solo negli alti strati, dalla superficie fino a 10-12 centimetri sotto. Più in profondità l’acqua è sufficiente per mantenere un certo livello di qualità di vita delle piante. Oggi però le piante arboree non hanno ancora le foglie, ovvero le esigenze idriche non sono ancora elevate. Ma lo diventeranno. Il vero problema è adesso per le piante come frumento, o la cipolla, che devono emergere, ma trovando una crosta superficiale dura non sfondano. In questo momento le coltivazioni orticole che hanno radici superficiali senza irrigazione di soccorso non vanno da nessuna parte. Vorrei però fare notare che il bacino irriguo di acqua piovana dello Scarabelli è al di sotto del livello medio, ma negli anni l’ho visto anche molto più basso, come a novembre del 2011".

L’impressione è però che stiamo partendo per una corsa stagionale con un pesante handicap all’avvio...

"Sì, la riserva idrica ora non c’è".

E per ricostituirla?

"Bisognerebbe piovesse anche un mese e mezzo, ma almeno tre settimane, con una ventina di millimetri al giorno per metterci una pezza. Ma non basterebbe per riformare la riserva".

Previsioni meteo?

"L’alta pressione si sta affievolendo e dovrebbe ripristinarsi una situazione normale, con correnti da ovest verso est. Piogge in arrivo al 90 per cento, ma se avremo acqua per soli due giorni non risolverebbe nulla. Dovrebbe piovere almeno fino a domenica 2 aprile, senza temporali, senza acquazzoni: sarebbe l’ideale".