"Servizi notturni, il Comune paghi gli agenti"

Decreto ingiuntivo del tribunale del lavoro, Tonelli (Lega) all’attacco: "Prova evidente che la sicurezza non è tra le priorità"

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La sezione del lavoro del tribunale di Bologna ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti del municipio di Castel Guelfo. E’ stato accolto, infatti, il ricorso presentato da due componenti della Polizia locale per ricevere il pagamento di quei servizi inseriti nell’ormai datato Progetto sicurezza 2017 del paese. Quattromila euro per il potenziamento della vigilanza notturna e per l’opera di prevenzione delle violazioni nell’ambito di un percorso legato alla miglioria dell’incolumità stradale guelfese. Una cifra coperta, stando a quelle che erano le disposizioni sancite dalle delibere dell’allora giunta guidata dalla compianta sindaca Cristina Carpeggiani (con l’attuale primo cittadino Claudio Franceschi nel ruolo di vice, ndr), con una parte dei proventi arrivati dalle sanzioni per il superamento dei limiti massimi di velocità. Infrazioni accertate attraverso l’impiego di sistemi e dispositivi di rilevamento.

Un tema che, in passato, aveva più volte sollevato Gianni Tonelli, capogruppo di opposizione in quota Lega tra i banchi del consiglio comunale di Castel Guelfo. "L’esistenza del debito è stata negata in Consiglio – attacca l’ex onorevole –. Un fatto gravissimo, una vera offesa. Pare chiaro che il capitolo sicurezza non rientra tra le priorità di questa amministrazione. Non si pagano i servizi e non vengono raccolte le nostre sollecitazioni per alzare la soglia di tutela dei guelfesi". Non solo. "Con questo fatto, sindaco e giunta hanno perso completamente la loro credibilità al cospetto della comunità – rincara la dose Tonelli –. Chiedo agli amministratori di formulare pubbliche scuse. Alla città, alla Polizia Locale ed alle forze di opposizione che avevano rimarcato a giusta ragione il problema". E’ di diverso avviso, invece, il primo cittadino Claudio Franceschi. "Faremo sicuramente ricorso nei tempi e nei modi previsti nei confronti del decreto ingiuntivo. Sarà un giudice a sentenziare l’epilogo della vicenda – commenta –. Non si tratta di cattiva volontà o di poca sensibilità nei confronti della sicurezza dei cittadini. Come ente abbiamo sempre riconosciuto con regolarità le proprie spettanze a chi presta servizi".

A quanto pare, quindi, l’inceppamento della procedura sarebbe da ricercare tra la documentazione amministrativa prodotta ai tempi. "Come risulta dalla risposta data ai richiedenti nello scorso giugno 2020 – osserva l’amministratore –, sono mancati alcuni presupposti amministrativi senza i quali a nostro avviso non è possibile procedere a nessun tipo di pagamento. Ricordiamo anche che, all’epoca dei fatti, il nostro municipio aderiva ancora al Corpo unico di Polizia municipale del Circondario".

Mattia Grandi