Sfruttamento della prostituzione a Imola, cinque arresti

L'indagine dei carabinieri: la 'banda', a partire dal 2020, aveva piazzato quattro giovani fra Imola, Medicina Ferrara e la Riviera Romagnola. Giro d'affari da migliaia di euro

Imola, 4 maggio 2022 -  A disposizione avevano una 'batteria' di ragazze che facevano prostituire - anche a domicilio - fra Imola, Medicina, Ferrara e la Riviera Romagnola. I carabinieri (video) hanno arrerstato cinque persone (per una disposta la custodia cautelare in carcere a Ferrara, le altre sono invece ai domiciliari), 3 uomini di origine serba (padre 44enne e i figli di 25 e 27 anni), la fidanzata 27enne di uno di loro e un settantenne originario di Cesena. Sono tutti accusati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Andrea Oxilia, comandante dei carabinieri di Imola (Isolapress)
Andrea Oxilia, comandante dei carabinieri di Imola (Isolapress)

Tutto comincia da un fatto avvenuto a Medicina nell'aprile del 2020. Mese in cui la città era stata appena decinturata dalla zona rossa. Un cittadino di origine romena aveva contattato i carabinieri dicendo di essere stato minacciato di morte per telefono dal protettore di due ragazze. Giovani che lui aveva ingaggiato per un 'menage a trois', concordando 150 euro per la prestazione. Quando però le donne si sono presentate a casa dell'uomo, quest'ultimo aveva con sè solamente novanta euro. Da qui la telefonata al protettore e le minacce. "Si è partiti da una denuncia che segnalava un tentativo di estorsione da parte del capobanda nei confronti di un cliente che avrebbe voluto, in pieno lockdown, un rapporto con delle ragazze – spiega il maggiore Andrea Oxilia, comandante della compagnia carabinieri di Imola -. Non essendoci stato il rapporto, il capobanda, di Ferrara, aveva deciso di minacciare il cliente chiedendogli lo stesso i soldi. Qui sono intervenuti i carabinieri di Medicina ed è iniziata la nostra indagine".

In quella circostanza i carabinieri erano riusciti a intercettare le due ragazze: circolavano in auto durante il lockdown e sono state multate. Ma in realtà il controllo era finalizzato ad altro: grazie ai due nomi è partita l'attività dei militari che, inseguito alle ricostruzioni hanno chiarito ruoli di ogni partecipante. In pratica, durante l'inverno, le giovani lavoravano nella Bassa, fra Medicina, Imola e Ferrara. In estate invece si trasferivano nella Riviera Romagnola.

Si è anche scoperto il giro d'affari: le ragazze (quasi tutte di origine romena) guadagnavano fino a diecimila euro al mese. Dalle intercettazioni, inoltre, non emerge nulla che riconduca a violenze su di loro.