Siccità e bollette, agricoltori allo stremo

Riserve idriche al minimo, ma i coltivatori stringono i denti. Borghi (Coldiretti e Bonifica): "Si intravede finalmente uno spiraglio"

di MATTIA GRANDI

Con la spia delle riserve idriche accesa ormai da troppi mesi e la morsa del caldo che non si allenta, il comparto agricolo imolese stringe i denti per affrontare la sua estate più dura. Un confronto quotidiano con quello spettro siccità che si materializza attraverso scarse precipitazioni e gli indici al ribasso delle quote d’acqua nei fiumi, nei canali e nei bacini.

"Ma il Po non è più ai livelli critici di qualche settimana fa, si intravede uno spiraglio di miglioramento – ragiona con fiducia Valentina Borghi, alla guida di Coldiretti Bologna e del Consorzio Bonifica Renana –. Il quadro resta critico, ma non emergenziale. Anche l’acqua nel Canale Emiliano Romagnolo si attesta una ventina di centimetri sopra alla soglia di allerta". Non solo. "Abbiamo superato il picco di complessità grazie alla collaborazione degli agricoltori e delle associazioni di categoria. Fondamentale la continua opera di monitoraggio della situazione con bollettini giornalieri – aggiunge –. Adesso spazio al ripristino delle zone umide, quelle aree paludose, chiuse durante il periodo più difficile. Le colture a ciclo lungo e le biodiversità sono state messe in sicurezza". Senza abbassare la guardia. "Con queste temperature alte consigliamo di irrigare durante la notte – conclude Borghi –. Il costo dell’energia, però, resta un problema con quelle bollette che non accennano a diminuire".

Per Luana Tampieri, presidente di Cia - Agricoltori Italiani Imola, i problemi di siccità sono evidenti: "Finora l’irrigazione è stata sostanzialmente garantita e in questi giorni sono anche caduti alcuni millimetri di pioggia – spiega –. Il sistema irriguo ha tenuto. Questo non cancella la necessità di trovare soluzioni tecniche in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici in atto". Esempi? "Quel sistema di invasi del quale si parla da tempo e non è mai stato realizzato – specifica –. Il potenziamento della rete per arrivare anche dove non ci sono le derivazioni. Opzioni a lungo termine che non pongono rimedio all’attuale situazione di crisi idrica".

Con un futuro a tinte in chiaroscuro: "Se ci saranno razionamenti i cali produttivi sui seminativi come mais, soia e sorgo saranno significativi. Anche la vite potrebbe andare in sofferenza – riflette la presidente –. L’irrigazione è un costo aggiunto a quelli già duplicati e triplicati che affrontano le aziende agricole erodendo redditi e capacità di investimento".

Ha le idee chiare sul tema anche Guglielmo Garagnani, al timone di Confagricoltura Bologna. "I temporali dei giorni scorsi sono stati una goccia nel deserto. Più che sopperire alla mancanza d’acqua hanno causato danni con forte vento e grandinate – commenta –. Il problema siccità persiste e preoccupa tutto il territorio imolese".

Con evidenti riflessi nelle coltivazioni: "Da una parte colture come cipolle, mais da seme e patate che giungono a positiva conclusione – analizza Garagnani –. L’apprensione insiste sui costi colturali di quelle, come la barbabietola da zucchero, che fino a poco tempo fa venivano coltivate senza necessità di irrigazione".

Ma l’allarme si estende anche ad altro: "La tenuta dei frutteti, in particolar modo dei pereti e dei meleti, che soffrono per la carenza d’acqua – ammette –. Per il futuro continuiamo la stretta collaborazione con la Bonifica Renana e la Bonifica Occidentale della Romagna, che non hanno mai fatto mancare il proprio aiuto. E pianificare a medio e lungo termine per realizzare bacini e invasi da cui potere attingere l’acqua in situazioni d’emergenza".