FRANCESCA PRADELLI
Cronaca

Sicurezza, sos delle donne: "Quando usciamo di seraci guardiamo alle spalle. Servono più pattuglie"

Alcune ragazze raccontano di essere state pedinate nel cuore della città "Quando inizia a fare buio le strade del centro storico diventano deserte Occorrono iniziative per tenere lontano chi ha cattive intenzioni".

Sicurezza, sos delle donne: "Quando usciamo di seraci guardiamo alle spalle. Servono più pattuglie"
Sicurezza, sos delle donne: "Quando usciamo di seraci guardiamo alle spalle. Servono più pattuglie"

di Francesca Pradelli

"Imola è una città abbastanza tranquilla, ma una maggiore illuminazione, nelle ore serali, mi farebbe sentire più tranquilla". Comincia così la testimonianza di Matilde, 30 anni, residente nel centro storico di Imola che, come altre ragazze, spera in un ulteriori investimenti sulla sicurezza, a partire dal potenziamento delle forze dell’ordine con la consapevolezza del grande impegno che quotidianamente dimostrano polizia, carabinieri e municipale.

"Quando torno a casa ho sempre il telefono in mano per sicurezza – racconta Gaja, 30 anni, anche lei residente nella zona centrale della città –. Non sono spaventata al punto da andare in panico, ma mi sento sempre intimorita".

Anche Elena Ricci, 20 anni, quando esce di casa nelle ore serali, tiene alta la guardia.

"Mi è capitato un paio di volte di avere l’impressione di essere seguita mentre tornavo a casa da un turno di lavoro – sostiene la giovane –. È sicuramente inquietante. Entrambe le volte ho fatto finta di mandare dei messaggi vocali al telefono per non sentirmi sola".

E alla domanda su cosa la potrebbe far sentire più sicura, la risposta è chiara.

"Io credo che andrebbe analizzato il problema proprio da un punto di vista culturale ed educativo, sicuramente però qualche pattuglia in più non mi dispiacerebbe", sostiene la 20enne che spiega anche quali siano, secondo lei, le problematiche del centro cittadino, offrendo anche un’idea su come migliorarlo.

"E’ una zona dove si alternano punti ricchi di persone e punti morti, dove non c’è nessuno. Se fosse un po’ più vivo, forse, mi sentirei più tranquilla", spiega. L’assenza di locali aperti, specie nelle serate infrasettimanali è ripresa da Leila Oumoucha, 23 anni, residente in Via Selice. "Io in centro non giro tantissimo – racconta –. Ho il brutto ricordo di un’esperienza di quando andavo al liceo, perché durante una serata sono stata seguita da una persona adulta. Secondo me il problema, oltre che una scarsa illuminazione in certi punti, è anche dato dal fatto che alla sera ci siano pochi locali aperti e quindi poca vita. Più persone in giro mi farebbero stare più tranquilla".

Il senso di inquietudine è particolarmente sottolineato anche da Franca Benati, 57 anni. "Il centro di notte è molto, troppo ’isolato’ – osserva –. Non mi è mai successo niente di grave, qualche volta sono stata però importunata mentre ero fuori con il cane e mi è capitato di pensare “se mi dovessi trovare in serio pericolo, a chi mi rivolgerei? Qui intorno non c’è nessuno".

Insomma, anche in questo caso l’auspicio è quello di una maggior presenza delle forze dell’ordine.

"Purtroppo il rischio di violenza esiste. Si può però fare qualcosa per aumentare la prevenire e stare tutti più tranquilli", conclude la 57enne.