Alimentazione, sport e sostenibilità. Giornata dalle grandi firme quella di ieri all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, dove l’istituto alberghiero Bartolomeo Scappi di Castel San Pietro ha portato in scena il convegno ‘Food Issues – Get back on track’, giunto alla sua quarta edizione.
Come raccontato alla vigilia, il convegno è stata la giusta occasione per "confrontarsi su alimentazione, sport e sostenibilità, puntando al benessere del corpo e della mente ma senza dimenticare quello del pianeta". Un confronto che ha visto seduti al tavolo relatori d’eccezione tra cui sportivi di oggi e di ieri rappresentativi di discipline che vanno dal calcio all’automobilismo, dal podismo al nuoto, fino a basket e ciclismo, ma anche nutrizionisti, chef, medici. Ad aprire il convegno, oltre naturalmente alla dirigente dello Scappi Patrizia Parma, i sindaci di Imola e Castel San Pietro Marco Panieri e Fausto Tinti, e Laura Simoncini, direttore dell’Unità spinale del Montecatone Rehabilitation Institute di Imola.
A calamitare maggiormente l’attenzione dei giovani studenti dell’Alberghiero castellano sono stati però, naturalmente, i campioni dello sport, intervistati dal giornalista Giorgio Tonelli in versione moderatore della mattinata. Tra le testimonianze più interessanti quelle della nuotatrice olimpica Martina Grimaldi, una vita di chilometri macinati nelle acque libere, "gare da 10 e da 25 chilometri, e allenamenti da 5 ore al giorno con due-tre sedute settimanali anche di palestra". Una vita di sacrifici "che per me non sono mai stati tali, anzi che mi hanno permesso di capire quali sarebbero stati i miei amici veri", e il bisogno sin da giovanissima di scegliere sempre "tra il cinema e la cena con amici, perché il giorno dopo dovevo allenarmi ma anche trovare il tempo per studiare".
Nessun margine per qualche stravizio soprattutto alimentare, dunque, un po’ come alla Virtus Segafredo Basket, di cui Eugenio Zagatti è diventato chef, "ma prima di tutto ero, e sono, tifoso". Lui che ‘siede a tavola’ i giganti bianconeri ha parlato del "ruolo centrale dell’alimentazione, che si differenzia come proporzione e grammatura da atleta ad atleta, anche in base al diverso peso e all’altezza, così come all’intensità delle sedute di allenamento. L’aspetto più complicato? "Cambiare le abitudini soprattutto di chi è atleta da 15 o 20 anni. Prima della partita difficile far mangiare ai ragazzi qualcosa che non sia pasta al pomodoro e petto di pollo".
A proposito di nuovo che avanza, tutti concordi, l’ematologo Enrico Di Oto compreso, nel considerare le sempre più discusse farine fatte con insetti "qualcosa che non sarà mai sostitutivo agli alimenti di oggi, semmai qualcosa in più, qualcosa di integrativo". E se Domenico Maietta, ex difensore del Bologna, ha sottolineato l’importanza degli integratori, spiegando che dopo le sedute ‘strong’ del martedì e mercoledì "assumevamo proteine, mentre gli altri giorni della settimana e con le temperature alte di primavera ed estate molti sali minerali", lo stesso ha confermato anche l’ex Formula 1 Pierluigi Martini. "L’abitacolo diventa un forno, la reidratazione coi sali minerali per uno sportivo è basilare, indispensabile".
Claudio Bolognesi