Bando per i lavori entro metà dicembre, due anni di cantiere a partire dal 2025 e infine la consegna dell’opera nell’ultima parte del 2026. C’è una nuova tabella di marcia per la costruzione dell’agognato studentato da 50 posti all’Osservanza. L’ha illustrata ieri, a margine dell’inaugurazione del nuovo Anno accademico andata in scena proprio nel teatro ai margini dell’ex complesso manicomiale, la prorettrice vicaria dell’Università di Bologna, Simona Tondelli.
Il primo bando per il rilancio dei padiglioni 7-9 e 16-18, aperto a inizio 2023, è infatti andato deserto a causa dei rincari dei materiali per l’edilizia.
"Abbiamo dovuto riadeguare il progetto all’aumento esponenziale dei costi", ricorda Tondelli. "Ora siamo sui 7,5 milioni di euro tra progettazione, sicurezza ed esecuzione dei lavori". A conti fatti, circa mezzo milione in più rispetto a quanto previsto. Ma "a differenza del progetto iniziale", i lavori non comprenderanno "almeno per il momento", la parte relativa alle aule e ai laboratori. "Stiamo già cercando i finanziamenti", assicura la prorettrice. E avverte: "Possiamo contare su aule e spazi comunque molto funzionali alla didattica. Per come siamo adesso rispondono alle esigenze dei corsi di studio. In futuro, se ci sarà la possibilità, valuteremo ulteriori aggiunte".
La sede imolese dell’Alma Mater si articola oggi in diversi plessi nei quali si svolgono le attività di vari corsi di laurea (13 nell’ultimo anno accademico), post-laurea e un dottorato di ricerca. Gli studenti sono un migliaio.
"Le iscrizioni hanno confermato la qualità dell’offerta formativa imolese – prosegue Tondelli –. Questa è una sede strategica non solo per chi studia qui, ma anche a Forlì o a Bologna: lo studentato potrà essere utile anche per loro. Imola è talmente centrale come viabilità che si presta a ospitare una popolazione studentesca superiore al bacino della sede. Abbiamo universitari che, per oltre il 30%, provengono da fuori regione. La fortuna, qui, è l’ottimo rapporto con gli enti, la collaborazione è costante. Imola crede nell’Università di Bologna e l’Università di Bologna crede in Imola".
Un "gioco di squadra" e uno "sforzo corale" confermato anche dal sindaco Marco Panieri e dal referente accademico del plesso imolese, Franco Callegati. "Abbiamo fortemente voluto la presenza dell’Università a Imola e continuiamo a crederci", rimarca Silvia Poli, presidente di quella Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, partner storica dell’Alma Mater in città assieme all’Ausl, che attraverso il direttore generale definisce la formazione universitaria come la "connessione tra vocazione e successo". Il vescovo Giovanni Mosciatti la vede come "qualcosa che riguarda la profonda esigenza di significato che abbiamo sullo studio della realtà".