In Thailandia continuano le ricerche del sub di Imola scomparso

Il console onorario di Phuket: "Il caso di Roberto Rondon non è considerato chiuso"

Roberto Rondoni

Roberto Rondoni

Imola, 1 maggio 2018 - A Fontanelice aspettano. Aspettano notizie dalla Thailandia, notizie che possano alimentare la speranza che Roberto Rondoni, il sub di cui non si hanno più notizie da metà marzo, sia ancora vivo, anche se il freddo ragionamento tende a prendere il sopravvento sul cuore che non vorrebbe mai rassegnarsi. «La polizia continua a indagare – spiega il console onorario di Phuket, Francesco Pensato – Il caso non è considerato chiuso. Una salma non è stata ancora trovata e quanto ai tempi non ne esistono per la chiusura delle ricerche. In sintesi non ci sono novità: ne ho parlato un paio di giorni fa con la nostra ambasciata a Bangkok».

Rondoni era un esperto subacqueo e trascorreva in Thailandia sei-sette mesi l’anno. Non sposato, 64 anni e in pensione, era originario di Fontanelice dove vivono tre sorelle. Era considerato una persona solitaria. Ma questa caratteristica non cancellava la possibilità che allacciasse amicizie, e una l’aveva stretta con Giordano Vallini, ferrarese e anche lui appassionato della Thailandia e del suo mare. «Eravamo diventati molto amici – racconta Vallini, seduto davanti al computer dove sono conservate molto foto di Rondoni al ritorno da una battuta di pesca subacquea – Anch’io trascorro in Thailandia un semestre. Diventammo amici a Patong. Era arrivato su uno scooter in paese, e al motorino aveva legato un pesce di 23 chilogrammi. Lo voleva far ammirare. ‘Ma lei di che paese è?’, gli domandai, e da lì cominciammo a vederci».

«Lui saliva sullo scooter, andava sulla spiaggia, si cambiava e indossava la muta, prendeva i piombi, la boa di segnalazione, il fucile e partiva a nuoto, per andare a pescare a un chilometro, anche due, di distanza – ricorda Vallini – Aveva un’apnea di un minuto e mezzo, era allenato, perché aveva praticato anche tanto ciclismo negli anni. Qualche giorno dopo la notizia della sua scomparsa gli investigatori rinvennero un cadavere in decomposizione con una sola t-shirt. Lui non la usava, sotto la muta, quindi il cadavere non era il suo a meno qualcuno non lo avesse ucciso, depredato per rivestirlo in seguito e buttarlo in mare...». Improbabile.

«Faceva pesca subacquea e sceglieva solo pesce pregiato – riprende Vallini – Cernie, orate e pesci del genere. In una stagione è stato capace di prendere 350 chilogrammi di pesce, a forza di trovare esemplari da 4, 5 chili l’uno. Caricava i pesci sullo scooter, sul quale aveva montato una gabbia, e poi andavamo anche al ristorante per farceli cuocere e mangiarli. Potevamo essere certi che erano freschissimi e buonissimi».

Sub di Imola disperso in Thailandia, l'appello degli amici

«Dopo un paio d’anni avemmo uno screzio – continua Vallini – e da lì smettemmo di frequentarci». Ma certe amicizie sono più forti di un dissapore, e adesso Vallini si chiede cosa possa essere successo a Rondoni: «Una volta mi raccontò di essere rimasto impigliato con una pinna in uno scoglio – dice – ‘Mi sono liberato’, mi disse senza tanti altri particolari. Alla notizia della sua scomparsa, ho cercato anche sulla Phuket Gazette, ma non ho trovato nulla».

Un uomo dal carattere particolare, Rondoni, un po’ difficile. Abitava in Thailandia da solo in una casa in affitto, e affittava lo scooter mensilmente. Pagava regolarmente, ma un giorno non si era presentato per saldare i conti. Da qui le preoccupazioni del padrone di casa, e l’avvio delle ricerche da parte della polizia. Ancora senza esito. A Fontanelice aspettano.