Castel del Rio, domanda anti Salvini nel compito di italiano. La Lega insorge

A proporre l'interrogativo “Come facciamo a cacciarlo” sarebbe stato uno studente. Il Miur ha chiesto di avviare un'indagine e il provveditore Schiavone: "Solo una battuta..."

Il quaderno con la domanda anti-Salvini

Il quaderno con la domanda anti-Salvini

Castel del Rio (Bologna), 26 settembre 2018 – “Come facciamo a cacciare Salvini?”. Fa discutere (e infuriare gli esponenti locali della Lega) l’interrogativo impresso sul quaderno di uno degli alunni di una scuola media di Castel del Rio, paesino della Vallata del Santerno, nell’Imolese. Il caso tiene banco in queste ore sui social, dove è spuntata appunto la foto del foglio incriminato.

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“Come si fa a porre una domanda simile a dei ragazzini di 11-14 anni?", reclamano dal Carroccio, chiamando in causa le eventuali responsabilità dell’insegnante. Dando un’occhiata al quaderno, risulta però evidente che non si tratta di un compito in classe assegnato dalla professoressa agli studenti, bensì di un riscontro dato da uno degli stessi alunni alle sollecitazioni di un esercizio contenuto in un testo scolastico. Testo nel quale – chiaramente – il ministro dell’Interno non viene mai menzionato.

Immediata la reazione di Matteo Salvini: "'Andrò fino in fondo per verificare se siamo di fronte a uno scherzo o a una triste realtà. Scriverò al ministro della Pubblica Istruzione. Un abbraccio a quei bimbi da parte di un papà che lavora per una scuola senza pre-giudizi in un Paese libero''.

"So per certo che quanto riportato non corrisponde al vero. E sarà dimostrato". Così il direttore dell'Ufficio scolastico provinciale di Bologna, Giovanni Schiavone ha ridimensionato il caso scoppiato dopo la denuncia di alcuni consiglieri regionali della Lega di un presunto tema anti-Salvini. "E' la battuta di un ragazzo", è la versione confermata da Schiavone. La dirigente scolastica, Grazia Grassi, avrebbe avviato le verifiche per accertare i fatti, ricostruendo l'accaduto. "La scuola sarà in grado di spiegare. I docenti non c'entrano nulla", assicura Schiavone.

Ma il  ministro dell'Istruzione Marco Bussetti vuole vederci chiaro e ha  chiesto all'Ufficio scolastico regionale per l'Emilia Romagna di avviare una visita ispettiva per appurare i fatti. Insomma il Miur vuole fare chiarezza sulla vicenda.

L'ideologia e la propaganda devono stare fuori dalle aule, soprattutto quando in queste siedono dei ragazzini – protesta però Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega –. Il solo pensare di sottoporre un compito in classe porgendo una domanda simile agli studenti significa non essere in grado di adempiere con correttezza alla propria professione di insegnante, che è, per l'appunto quella di formare e fornire nozioni essenziali per la vita quotidiana".

"Ho chiesto un'informativa scritta alla preside per aver contezza approfondita dei fatti, perché evidentemente non posso stare dietro alle voci". Così il sindaco di Castel Del Rio, Alberto Baldazzi.  "Chiederò una relazione scritta, così da capire bene com'è andata. In questo periodo storico la politica ha le sue regole" spiega, in riferimento al caso generato dalla segnalazione della Lega. "L'informazione corre veloce e casi simili accadono, ma ciò che è importante è mettere in fila le informazioni corrette così da fare chiarezza".

La domanda su "come facciamo a cacciare Salvini" in un compito di scuola? "Auspico che sia una fake news", ha dichiarato la leghista Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura e consigliera comunale a Bologna. "Se così non fosse - aggiunge - questo insegnante andrebbe allontanato immediatamente degli alunni". Il fatto in questione "è di una gravità inaudita, che imporrebbe una risposta forte da parte delle istituzioni a tutela prima di tutto degli alunni ma anche del corpo insegnante". Per questi motivi, annuncia il sottosegretario, "ho preallertato il ministero dell'Istruzione".