Tesori in biblioteca, riecco il ‘Salterio inglese’

Restaurato il codice miniato del Duecento che costituisce il cuore della spiritualità medievale. "Tra le opere di maggior pregio di Imola"

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Torna al suo antico splendore il ‘Salterio inglese’, il codice miniato più antico conservato nella Biblioteca comunale. Il manoscritto anglosassone, un libro biblico tra i più importanti di inizio Duecento, nei mesi scorsi è stato infatti oggetto di restauro, realizzato dal Laboratorio degli Angeli di Bologna e sostenuto dalla Regione.

A questo prezioso codice è dedicata la rassegna annuale dei Tesori della Biblioteca, che offre l’occasione di scoprire le opere più significative conservate nei fondi storici.

Il ‘Salterio’ costituisce il cuore della spiritualità medievale. Per questo motivo i manoscritti che li contengono sono tra i testi medievali maggiormente conservati, alcuni dei quali splendidamente miniati come nel caso del ‘Salterio inglese’ di Imola, probabilmente realizzato in Inghilterra meridionale, forse per la comunità religiosa femminile di Amesbury fra il 1205 e il 1210. Sulle vicende che hanno portato il manoscritto a Imola è possibile fare solo delle ipotesi. La prima attestazione del codice nelle raccolte della biblioteca è in un catalogo del 1798; negli inventari successivi viene sempre segnalato tra i documenti di maggior valore.

Il restauro, oltre ad aver restituito all’esemplare la sua integrità conservativa, ha offerto una nuova occasione di studio di questo codice ora presentato in un percorso espositivo dal titolo ‘Viaggi straordinari - Il Salterio inglese e altri tesori dai fondi storici e dagli archivi della Biblioteca’, in programma nella libreria francescana dal 19 novembre al 14 gennaio. L’esposizione fornisce al pubblico l’occasione di vedere anche altri documenti antichi - oggi conservati nei depositi della biblioteca - che hanno viaggiato, anche per migliaia di chilometri, o che ci raccontano le storie di viaggiatori a Imola fra XVI e XVIII secolo.

"Il restauro del ‘Salterio inglese’ di Imola del XIII secolo ha consentito di recuperare alla pubblica fruizione un bene culturale della comunità imolese che figura tra le opere di maggiore pregio conservate nel patrimonio della Biblioteca comunale – commenta l’assessore alla Cultura, Giacomo Gambi –. Tra i compiti dell’Amministrazione comunale vi è senza dubbio la tutela del patrimonio culturale della città, che ci consente di tramandare alle generazioni future ciò che abbiamo a nostra volta ricevuto. Istituzioni diverse hanno concorso a questo importante risultato e a tutte loro va il mio ringraziamento".