Tre classi dell’istituto Scarabelli alla scoperta dell’Antartide

Grazie all’iniziativa divulgativa di Hera ‘Un pozzo di scienza’ tanti studenti collegati online con la base Concordia

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Altopiano antartico, 3.233 metri sul livello del mare. Temperatura minima mai registrata: -84,7. Qui, nel più inospitale degli habitat, si trova la stazione italo-francese Concordia, in cui al momento risiedono 12 persone. E, grazie al progetto di divulgazione scientifica del Gruppo Hera ‘Un pozzo di scienza’ e alla collaborazione con il Cnr, la loro base oggi si è eccezionalmente aperta a 1.400 studenti di Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia. L’occasione è stata l’evento online ‘Voci dalla fine del mondo: Antartide chiama Italia - 30 anni di sfide’, una delle molte opportunità offerte dal progetto scolastico di Hera. Alla ‘missione’ antartica hanno preso parte anche tre classi dello Scarabellii-Ghini di Imola.

Si è trattato di una possibilità unica, nel corso della quale – grazie alle testimonianze degli scienziati e dei ricercatori che si trovano in questo periodo nella la base e di altri che hanno vissuto in passato la stessa esperienza – han potuto affrontare un viaggio incredibile nella conoscenza umana, alla scoperta delle ultime evidenze in tema di cambiamenti climatici, di glaciologia, fisica dell’atmosfera e fisiologia umana. E non solo: durante il collegamento, infatti, hanno potuto scoprire quali sono le grandi sfide che gli ‘invernanti’ – gli scienziati che restano in Antartide nella gelida notte dell’inverno polare – devono affrontare quotidianamente, come si sopravvive in condizioni estreme e in cosa consiste la lunga preparazione – fisica e psicologica – necessaria per affrontare le giornate in Antartide.

I ricercatori, poi, hanno condiviso con il giovane pubblico anche gli studi che stanno portando avanti, le ricerche e le ultime scoperte fatte, grazie anche ai dati raccolti in aree ghiacciate ancora incontaminate ma comunque fortemente minacciate dai cambiamenti del clima. Infine, i ragazzi hanno potuto confrontarsi anche, e soprattutto, con domande fondamemtaòli: quali sono le motivazioni che spingono una persona ad intraprendere un’esperienza così estrema? Qual è il ruolo femminile in un contesto così difficile? Viste dai confini del mondo, quali sono le sfide scientifiche, ambientali e culturali che l’essere umano ha davanti a sé?