"Troppi casi sommersi, si cambino le regole"

Peroni (Igiene pubblica) lancia l’allarme: "In molti non segnalano di aver contratto la malattia, ridurre i tempi dell’isolamento"

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Duecento contagi al giorno in piena estate. Cosa sta succedendo ora a Imola? "Oggi siamo a 210", risponde Gabriele Peroni, direttore del servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl di Imola e in prima linea contro il Covid dalla primavera del 2020. "Il picco è previsto tra un paio di settimane, ma non abbiamo la sfera di cristallo. Questi però non sono i valori di gennaio, con la prima esplosione di Omicron. Sul nostro territorio c’erano anche 7-800 contagi ogni 100mila abitanti. Un giorno ne ricordo 1.150. Ora il valore è più contenuto, ma il trend è in crescita, e con le regole attuali il nostro lavoro diventa importante, con il tracciamento: molti non rispondono al link in automatico e gli dobbiamo telefonare, con risorse umane da destinare a questo tipo di lavoro. Da una parte dunque ci sono i tamponi di test, dall’altra quelli guarigione, con un aggravio notevole".

Cosa è successo?

"L’onda è cominciata da est, dalla Romagna va verso Bologna. Perché? Il virus è contagiosissimo, con le sue sottovarianti, e passa velocemente da un soggetto all’altro. Poi c’è la rimozione delle misure di protezione, e questo è comprensibile. Le famose mascherine non sono più obbligatorie e c’è il superamento dell’igiene delle mani: per vari motivi questi accorgimenti sono affidati solo alla scelta individuale. E anche questo favorisce la circolazione del virus. Ci si dovrà però chiedere se ha ancora senso rincorrere i contagi".

Vale a dire?

"Vale a dire effettuare la diagnostica con i tamponi in tutte le persone indipendentemente dalla presenza di sintomi e rivedere i termini dell’isolamento, nel senso che è scientificamente dimostrato che queste varianti cominciano ad essere contagiose prima di avere i sintomi, a differenza di quanto accadeva con il ceppo originario. Ma velocemente si spegne la loro capacità di contagio. Si resta positivi, ma non si è più contagiosi. Quindi non tanto eliminare l’isolamento, ma ridurlo a 5 giorni per i vaccinati (invece dai 7 ai 10 per chi non è vaccinato), senza tampone in uscita (tanto non si è più contagiosi). Questa revisione comporterebbe due aspetti positivi: favorirebbe la riemersione di quanti non registrano la loro posizione, poi aiuterebbe i servizi pubblici essenziali a non andare in crisi ulteriore: mi riferisco a ferie e turni, per esempio in ospedale e nei servizi pubblici come i vigili del fuoco".

Cosa pensa del ‘liberi tutti’?

"Le misure di contenimento, in Italia, sono state determinanti per evitare danni peggiori, ma ora lasciano un po’ il tempo che trovano. Il virus va preso con le pinze: il liberi tutti è pericoloso e sbagliato. Se il virus circola liberamente ci può essere un rischio aggiuntivo per i più fragili. Occorre una soluzione intermedia. La prova del 9 l’avremo in autunno-inverno".

Ha notato in città comportamenti non responsabili? Mi riferisco al pienone dei concerti, per esempio.

"Chi voleva vedere Cremonini poteva vederlo in giro per l’Italia. I Pearl Jam hanno fatto qui l’unica tappa in Italia. Vasco veniva da Trento e Milano... Ora quelle condizioni lì, spalla a spalla, naso contro naso per ore e ore, poi il deflusso su viale Dante... sono condizioni ideali per la diffusione del virus. Però sono segni di ritorno alla normalità, dopo due anni di stop. C’è questa voglia di vivere, di respirare e finalmente a tornare a fare quello di prima. È positivo. C’è questa voglia, anche un po’ esagerata, di divertirsi. Occorre essere responsabili, ma non si può restare per ore con la mascherina sotto il sole. Non si può dire che la crescita di casi di Covid sia dovuta a questi concerti. Durante il tracciamento a nessuno viene chiesto se è stato a un concerto".

Consigli per l’estate agli imolesi?

"La mascherina deve essere l’accessorio indispensabile, come i documenti. A chi ancora non ha fatto il vaccino (ci sono 2.700 over 50 del tutto scoperti, ndr) a chi pensa che non serva più a nulla dico che la terza o la quarta dose è strumento valido per attenuare il rischio di una patologia seria: al Cup ci si può prenotare quando si vuole, con un’agenda allargata, per favorire in tutti i modi chi vuole vaccinarsi. In autunno arriveranno nuovi vaccini. Quindi: essere guardinghi, mascherina se ci avviciniamo a qualcuno, attenersi alle regole, frutto di una valutazione scientifica che tiene conto degli aspetti di economia e vita sociale, ma che valorizza soprattutto gli aspetti di tutela della salute. Un cittadino responsabile sa che questo è frutto di una mediazione, e se vuole essere il più possibile modello per sé e i familiari deve usare la mascherina. Il nemico è alle porte, è lì, va controllato. Guardia alta, pur godendo delle libertà. E guai a chi non si è vaccinato: lo invito a ricredersi. La diffusione è alta, ora, è un elemento di attenzione. Non sappiamo cosa succederà in inverno".

Maurizio Marabini