"Un anno in politica per sostenere le donne"

Beatrice Poli, sindaca di Casalfiumanese con delega alle Pari opportunità al Nuovo Circondario: "Il cambiamento va provocato"

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Beatrice Poli, sindaca di Casalfiumanese, è la quota rosa del Nuovo Circondario Imolese. Il suo operato ormai annuale in seno all’ente, impreziosito dalla delega alle Pari opportunità, non è passato inosservato soprattutto per quanto riguarda il costante dialogo e la condivisione all’interno di tavoli tecnici e politici tematici.

"Le Pari opportunità esistono quando tutti noi troviamo la nostra strada nella comunità – afferma la prima cittadina casalese –. Capita spesso di venire catalogate prima come le ‘mogli di’ o le ‘ex di’, siamo sempre qualcosa di qualcuno". Donne amministratrici impegnate a lasciare una traccia importante nella visione globale del sistema e nella lotta agli anacronistici stereotipi.

"In questo mio primo anno da sindaca le domande che mi sono state rivolte con maggiore frequenza sono state tre. Ma il sindaco sei tu? Così giovane? Hai una famiglia?".

Domande che insinuano un dubbio: si può essere donne e amministratrici contemporaneamente?

"Certamente! Analizzando i numeri di quello che accade intorno si scopre che, in fondo, rincorriamo sempre le quote rosa".

Già, il rispetto della parità di genere.

"All’ordine del giorno in tantissimi contesti. Perché poche donne scelgono di impegnarsi in politica, soprattutto in quella locale ed in ruoli ad alta visibilità?". Interrogativo interessante. Che risposta si è data?

"In questo anno sono stata anche io la ‘figlia di’, la ‘ex di’, la ‘nipote di’ o l’ipotetica ‘compagna di’. Possibile che l’indice del valore sia determinato dall’essere ‘qualcosa di qualcuno’ o dipenda dalla vicinanza ad un’altra persona?".

Sono concetti sempre attuali, in qualche modo estremizzati nel contesto politico. La vita privata finisce in vetrina.

"Come se il nostro ruolo dipendesse da altri, invece che dalle nostre fatiche quotidiane. Come se la nostra scelta mettesse in dubbio la possibilità di essere anche altro. Non voglio perdere di vista quello che sono realmente e quello che faccio".

Sui piatti della bilancia ci sono oneri, onori e la sfera più intima della persona. Lo rifarebbe?

"Assolutamente sì, finché una donna avrà il dubbio che non ne valga la pena, è necessario che qualcun’altra glielo ricordi. Se desideriamo cambiare certi stereotipi occorre una presenza importante che dimostri nei fatti che si possono rivestire grandi ruoli senza per questo sacrificare una famiglia o un sogno".

E poi?

"Diversità e pluralità rendono ogni ambiente più proficuo. Ognuno ed ognuna può fare la differenza. Parliamo di pari opportunità non come un atto dovuto ma come una sfida da cogliere insieme".

In sostanza, l’ascesa politica può conciliarsi con il desiderio di famiglia e la prole.

"I figli non sono un ostacolo, ma una fonte di ispirazione. Si possono attaccare brillantini, leggere storie e, contemporaneamente, sostenere politiche giuste per i cittadini. Se non fossimo in grado di riuscirci, vorrebbe dire che il mondo avrebbe davvero bisogno di un bel passo in avanti".

Un appello alle colleghe?

"Facciamoci portavoce del cambiamento che vogliamo vedere nelle nostre comunità. Il nostro esserci è un valore aggiunto, per noi stesse, per i nostri affetti e, soprattutto, per le nostre comunità".