Ma che caldo fa. E le previsioni su Imola, fino a Ferragosto, non riservano alcuna sorpresa.
"Un quadro lineare di stabilità dato dall’anticiclone africano in sinergia con quello delle Azzorre – spiega Fausto Ravaldi, coordinatore della rete agrometeorologica dell’Istituto Scarabelli –. Una pressione robusta che insiste su un’ampia area. Così si forma una coltre quasi impenetrabile per l’aria fredda che scende dal nord". Poche speranze, quindi, di refrigerio anche se non è possibile prevedere o escludere qualche temporale locale. L’andamento di questa rovente estate 2024, contestualizzato nello storico dei dati in possesso della stazione dello Scarabelli, riserva alcuni parametri meritevoli di approfondimento. Uno su tutti: quella registrata a luglio, a quota 27.4 °C, è la terza temperatura media più alta degli ultimi tempi. I dati sono secondi solo a quelli dello stesso periodo del 2015 (28.8) e del 2012 (28). "Con un tasso di umidità al 57% sulla scia di quello delle annate più recenti – continua –. La temperatura massima di Imola nello scorso mese? I 37.4 gradi. Stessa cosa a luglio di un anno fa. Ma nel 2021 raggiungemmo i 39 e nel 2022 addirittura i 39.3". Insomma, un modo per esorcizzare gli spettri della canicola e guardare al bicchiere mezzo pieno. "Il vero problema è la temperatura percepita da ognuno di noi che non dipende solo dal caldo e dall’umidità – sottolinea Ravaldi -. Si tratta, infatti, di una sensazione soggettiva sulla quale gravitano più che altro le nostre abitudini".
E qui entra in gioco l’effetto del condizionatore: "Ormai l’abbiamo dappertutto e non siamo più in grado di acclimatarci – sentenzia l’esperto -. Inevitabile soffrire sempre più il clima estivo". Capitolo piogge. "Luglio e agosto sono notoriamente la fascia temporale più siccitosa dell’anno – analizza –. Il mese scorso sono caduti 11,4 millimetri di pioggia, ma 8 di questi si sono concentrati nei primi tre giorni. Il dato evidenzia il trend di deficit idrico che ormai dura da diverse settimane". Ma anche in questo caso, la storia placa l’impeto di un istintivo malcontento: "Lo scorso anno, nello stesso periodo di riferimento, ne caddero 21 millimetri e nel 2022 solo 4,6 – scruta i dati sul suo computer Ravaldi -. Per non parlare del pauroso luglio 2017 senza piogge e di quello del 2015 da 0,4 millimetri. Idem il parallelo con il 1949 (0,2) e con il 1958 (1,4)". Con una considerazione finale in chiave imolese: "Quella cittadina è una situazione meteo a parte – conclude il coordinatore della rete agrometeorologica dell’Istituto Scarabelli –. Su dieci temporali che aleggiano nella zona solo uno o due si scaricano qui. La via Emilia, ma non c’è un nesso scientifico chiaro, fa da linea di demarcazione per le perturbazioni. Pure il surriscaldamento dei nostri calanchi, così poveri di vegetazione, penso contribuisca alla creazione di correnti ascensionali capaci di deviare le nuvolosità".
Mattia Grandi