Un migliaio di studenti pronti alla maturità

I consigli di Montanari (Associazione presidi) ai ragazzi del circondario: "Avere docenti interni in commissione aiuta i candidati preparati"

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di Mattia Grandi

È un esame di maturità che profuma d’antico. E si volta pagina rispetto al biennio pandemico. Studenti in presenza nelle aule per affrontare le due prove scritte ed il colloquio orale: nel circondario imolese i maturandi saranno circa un migliaio.

Si parte mercoledì con la prima prova di italiano uguale per tutti poi, il giorno seguente, altro compito scritto con protagoniste quelle materie che hanno caratterizzato i singoli indirizzi di studio. Un test plasmato dalle singole commissioni sulla base del programma didattico svolto. Addio alla tesina per il faccia a faccia dell’orale. L’esposizione dello studente partirà dall’analisi del materiale scelto dalla sottocommissione, tipo foto, testo, documento, problema o progetto, per innescare una serie di collegamenti tra le varie discipline. La commissione, invece, sarà composta da sei commissari interni e un presidente esterno.

"Un esame più semplice da affrontare, perché condotto dai docenti interni al consiglio di classe – commenta Lamberto Montanari, vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi –. Insegnanti che conoscono gli allievi che hanno di fronte. La possibilità, quindi, di agevolare lo studente nel seguire quella direzione più consona alle sue attitudini, senza creare difficoltà. Una sessione diversa rispetto a quella pre-pandemia, ma non difficile per chi ha riversato tra i banchi impegno e presenza".

Abbattute anche le ultime resistenze sulla seconda prova scritta: "A mio avviso si tratta di un aiuto in più, perché lo scritto consente un maggior tempo di riflessione all’allievo – continua –. Il modo per dare una risposta più precisa delle proprie conoscenze, più che delle competenze". Con il grande classico delle tracce d’italiano in apertura. "Emergono ancora dati preoccupanti e netti, a livello nazionale, sull’incapacità dei nostri ragazzi di comprendere un testo semplice scritto in lingua italiana – sottolinea Montanari –. Dobbiamo combattere l’analfabetismo anche attraverso la rimodulazione di una scuola da ripensare più in chiave laboratoriale. Occorre agire per attività e progetti, superando la divisione tra le singole discipline. Non è più tempo di trasmettere in modo astratto nozioni e conoscenze".

Già, una rivoluzione per certi insegnanti. "I docenti dovrebbero essere sottoposti ad una formazione obbligatoria sul modello di nuova scuola – ragiona il vicepresidente dell’Anp –. Molti di loro riproducono un canovaccio di vecchio stampo che non è più in linea con il periodo storico che stiamo vivendo ma appartiene al secolo scorso. L’obiettivo è quello di far prendere coscienza agli studenti delle proprie competenze".

Capitolo mascherine durante le sessioni. Non obbligatorie ma raccomandate. "Una formula che solleva da possibili polemiche. Personalmente ritengo vincolante il parere del comparto medico-scientifico sul tema – prosegue –. Parlerei piuttosto del caldo di questi giorni che si riflette in aule assolate dove circola poca aria. Edifici che andrebbero rinnovati. Si investe tanto in tecnologia poi ci si arena sull’impianto di condizionamento". Problemi ormai datati. "C’erano prima della pandemia e restano elevati ad un grado di emergenza. Tra aule bollenti e sovraffollate ci ritroviamo con gli studenti che sostengono le prove nei corridoi. Nell’imolese tale criticità, per fortuna, non è così accentuata – conclude Montanari –. Puntiamo sul reclutamento, sulla formazione e sull’edilizia scolastica come avviene anche in altre realtà europee".