"Un’ora in più cambia tutto"

Migration

"Con un’ora o due in più di coprifuoco potremmo tornare al nostro orario tradizionale: sarebbe come riassaporare la normalità". In una breve pausa dai fornelli e dalle prenotazioni per accaparrarsi un tavolo, lo chef Massimiliano ‘Max’ Mascia racconta come il San Domenico di Imola sia tornato a lavorare dopo il ritorno in zona gialla. La pandemia non ha risparmiato neanche i ristoranti stellati, ma questa prima settimana di maggio porta con sé una ventata di ottimismo: "Nel weekend c’è il pienone e anche il venerdì stiamo tornando a buoni ritmi: la voglia di tornare a pranzo o cena fuori è tanta".

Chef Mascia, ovviamente poter tornare a casa alle 23 o a mezzanotte per voi farebbe tutta la differenza del mondo.

"E’ scontato dirlo, ma ci consentirebbe davvero di tornare all’orario tradizionale con chiusura alle 23.30-24. Un sogno, dopo mesi da incubo".

Com’è cambiata per voi l’attività, avendo una clientela di un certo tipo?

"Tutto è cambiato. Noi abbiamo un bacino di utenza che copre tutta la regione: vengono da Modena come da Rimini. Dover essere a tavola alle 19.30 significa partire almeno alle 18.30. Un po’ prestino, devo dire".

Poi c’è la fretta di non dover sforare le 22.

"Esatto. Così finisce che le persone vengono soprattutto a pranzo, potendo concedersi qualche ora in più, ma non è la stessa cosa. Abbiamo ripreso anche con le colazioni e devo dire stanno andando bene".

Arrivano tante prenotazioni?

"In generale sì, diciamo che mettiamo a sedere tutti quelli che possiamo. Sabato e domenica vanno alla grande, ma anche durante gli altri giorni c’è una ripresa. Ora è importante che a livello amministrativo, però, ci sia chiarezza".

Serve pianificare con precisione i prossimi mesi?

"E’ fondamentale, deve finire il periodo delle comunicazioni all’ultimo minuto. E’ andato avanti per troppo tempo, le persone hanno il bisogno e il diritto di organizzare il proprio lavoro".

Francesco Moroni