Vaccino Imola ai lavoratori, sindacati per l’obbligo

Cgil e Uil poco convinti dalla scelta del Green pass: "Rischia di alimentare disparità". Bassani (Cisl): "Ora tavoli ad hoc con le aziende"

Green pass obbligatorio per i lavoratori, sindacati perplessi anche sui controlli

Green pass obbligatorio per i lavoratori, sindacati perplessi anche sui controlli

Imola, 20 settembre 2021 - L’onda lunga del nuovo decreto legge per l’estensione del Green pass a tutti i luoghi di lavoro, nella sfera pubblica e privata, è arrivata anche ad Imola. Sono i rappresentanti imolesi delle principali sigle sindacali, infatti, a commentare lo scenario. "Come Cgil abbiamo sottolineato a più riprese, ed in tutte le sedi, l’importanza di percorrere la strada diretta all’obbligo vaccinale come scelta definitiva – spiega Mirella Collina, segretaria generale della camera del lavoro territoriale imolese –. Un impulso chiaro e lineare che avrebbe dato una spinta significativa alla campagna di somministrazione del siero per arginare la piaga pandemica".

Ma così non è stato. "Il Green pass è senza dubbio uno strumento utile in alcuni contesti sociali ma, applicato con questi criteri ai luoghi di lavoro, crea soltanto disagi – prosegue –. Non è la scelta giusta perché alimenta una disparità nel mondo del lavoro che sfocerà in un’autentica lotta intestina senza logica, uno contro l’altro, tra i lavoratori". Ma non è tutto. "Penso alle tante criticità operative ed agli oneri che ricadranno sulle già provate attività – specifica la Collina –. Abbiamo lavorato per anni per normare i protocolli di sicurezza aziendali e si rischia di creare dei precedenti non di poco conto". Infine, una stoccata sulla mancata gratuità dei tamponi: "Non si può pagare per andare a lavorare – conclude –. Se il vaccino non è obbligatorio occorre fornire al lavoratore delle valide alternative".

Rincara la dose Giuseppe Rago, coordinatore confederale Uil per Imola e Circondario. "Doveroso premettere la totale adesione alla campagna vaccinale – puntualizza –. Un governo che si pone l’obiettivo della vaccinazione di massa deve rendere obbligatoria la stessa e non può chiedere al mondo del lavoro di sostituirsi alla politica". E ancora: "Questo è un modo per non assumersi le responsabilità scaricandole sulle parti sociali, sulle aziende e sui lavoratori – analizza –. I costi dei tamponi vanno contemplati nelle misure economiche nazionali a carico del governo". Ma le perplessità lievitano. "Sulle modalità di controllo del documento, sui costi di tale procedura, sull’entità delle sanzioni, su chi dovrà irrogarle e che fine faranno gli importi eventualmente derivanti dalle stesse – chiosa –. Anche la sospensione dal lavoro per gli sprovvisti di Green pass e la sua gestione pongono molti interrogativi".

Preferisce invece vederci più chiaro Enrico Bassani, segretario generale Cisl Area metropolitana bolognese: "Aspettiamo di vedere il testo ufficiale del decreto ma è già certa la necessità di discuterne l’applicazione attraverso specifici tavoli con le aziende – chiarisce, ribadendo il consenso alla campagna vaccinale –. Un quadro che va coordinato con chiarezza e non lasciato alla libera interpretazione". Con un auspicio per l’immediato futuro. "Il tramonto del dibattito politico poco edificante attorno a questo tema che ha monopolizzato gli ultimi tempi – argomenta Bassani –. Occorre concentrarsi di nuovo sul mondo del lavoro atteso da tre passaggi significativi: riforma degli ammortizzatori sociali, cessazione quota 100 e modalità di uscita dalla crisi. Per quest’ultimo punto, anche sul territorio imolese, attenzione al rischio di ripartenza dell’inflazione ed all’aumento dei costi delle materie prime".