Valanga a Pila. La perizia: "Le guide furono imprudenti"

Sei indagati per la morte di Roberto Bucci e Carlo Dall'Osso

Carlo Dall'Osso

Carlo Dall'Osso

Imola, 29 novembre 2018 - Sussistono profili «di colpevolezza» in capo ai sei indagati per la valanga che il 7 aprile scorso, sul Colle di Chamolé, vicino a Pila, ha ucciso due scialpinisti – Roberto Bucci, 28 anni di Faenza, e Carlo Dall’Osso (52), istruttore Cai di Imola – durante un’escursione programmata della scuola Cai ‘Pietramora’ (delle sezioni di Cesena, Faenza, Forlì, Imola, Ravenna e Rimini). È quanto emerge dalla consulenza di Paolo Comune, guida alpina di Gressoney – nonché direttore del Soccorso alpino valdostano – svolta con incidente probatorio su disposizione del gip di Aosta Giuseppe Colazingari, nell’ambito dell’inchiesta per disastro e omicidio colposi del pm Eugenia Menichetti.

In dettaglio, le «condotte imprudenti» secondo Comune riguardano la scelta del percorso, il numero dei partecipanti (una ventina in tutto) e l’orario di partenza. Gli istruttori della scuola Cai ‘Pietramora’ indagati sono Vittorio Lega (51 anni), istruttore nazionale Cai di sci alpinismo di Faenza e direttore del corso, Leopoldo Grilli (44) della sezione Cai di Imola, Alberto Assirelli (50) di Ravenna, Paola Marabini (56) di Faenza, Giacomo Lippera (45) di Rimini, e Matteo Manuelli (43) di Imola, questi ultimi due travolti e feriti.

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Bucci e Dall’Osso chiudevano, assieme ai due feriti, una fila di appassionati che stava superando il Col Chamolé, a 2.600 metri di quota nel territorio di Gressan, con meta finale il rifugio di Arbolle dove però non sono mai arrivati. Nel cuore della mattinata, infatti, attorno alle 11.30, dalla sommità del pendio, si staccò una valanga con un fronte di circa 250 metri che travolse le persone in coda al gruppo. Il rischio valanghe era relativamente basso, ma le temperature si erano impennate e su tutta la zona, nel corso della stagione, era caduta una quantità di neve straordinaria.

Mentre il 28enne faentino morì travolto dal manto nevoso, il 51enne imolese perse la vita in seguito alla violenta caduta nel lago ghiacciato Chamolé. Una fine drammatica, quella di Dall’Osso, che a Imola era molto conosciuto. Figlio di un noto commercialista, sposato, Dall’Osso praticava diversi sport tra cui nuoto e ciclismo. Ma era soprattutto istruttore di scialpinismo, iscritto alla sezione del Cai Imola. Si era formato alla scuola di Pietramora dal 2006 al 2008, entrando nel 2009 a far parte dell’organico come istruttore sezionale.