Vallata, oltre 150 frane attive "Serve un piano per la collina"

La prima cittadina Poli guarda al futuro: "Ritrovare l’amore per questa terra"

Vallata, oltre 150 frane attive  "Serve un piano per la collina"

Vallata, oltre 150 frane attive "Serve un piano per la collina"

Il volto teso di chi, da venti giorni, è in trincea, sotto attacco. Eppure negli occhi di Beatrice Poli, sindaca casalese con delega alla montagna per il Circondario, non c’è traccia della paura. Si vede solo l’orgoglio ferito per quella terra, la sua terra, che non smette di sanguinare.

Sindaca Poli, un incubo senza fine.

"Dopo la prima ondata di maltempo di inizio mese si sono innescati movimenti franosi importanti su tutti i versanti della valle. Le successive piogge hanno fatto precipitare la situazione. Adesso la montagna scende sempre più giù e trascina con sé tutto: strade, impianti idrici, elettrici e di telefonia. Campi coltivati, castagneti secolari, case e attività. Se prima avevamo frane di metri ora sono diventate di chilometri".

Ha idea delle proporzioni del disastro?

"Abbiamo oltre 150 frane attive e più di 300 persone sfollate. È come un terremoto".

Di che cosa avete necessità urgente?

"Di competenze e professionalità tecniche disponibili. Ingegneri, strumentisti e geologi. Dobbiamo ridisegnare la vallata".

…e qualche soldo.

"Danni per centinaia di milioni. Impossibile fare stime. Nel conteggio dovranno rientrare anche i privati che hanno perso tutto".

Un appello allo Stato?

"Sì, perché la Regione è già al nostro fianco. Ora servono concretezza, poche parole e tanti fatti. Regole chiare e procedure snelle per ricostruire. Con quelle in vigore non si va da nessuna parte".

Come si affronta questo frangente?

"Mettendo da parte la paura e ritrovando l’amore per questa terra. Occorrerà alimentare un senso di vallata per reinventarci perché, purtroppo, qui è cambiato tutto. Dal paesaggio al comparto viabile. Per non parlare di turismo e settori produttivi. Poi andrà arginato il rischio dell’incontrollabile spopolamento".

In questi giorni, però, insieme ai suoi tre colleghi sindaci della montagna avete dato prova di grande coesione.

"Uniti si ottengono risultati, da soli nulla. Servirà un piano generale della collina perché l’opera di ricostruzione sarà enorme, inedita, come nel dopoguerra".

Ha paura?

"No, non c’è tempo per averla. Reagiamo e andiamo avanti, ma non lasciateci soli".

Anche perché l’acqua prima o poi si ritira ma l’instabilità del terreno resta.

"Esatto, la nostra criticità, purtroppo, non terminerà nel giro di qualche settimana".

red. cro.