"Vendemmia, dieci per cento di uva in più"

Manzoni (Confagricoltura) in vista dell’avvio della stagione: "La qualità della produzione dell’Imolese non è in discussione".

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di Mattia Grandi

Superata la prima decade di agosto, si intravedono i blocchi di partenza per quella che sarà la stagione di vendemmia 2020. Se i trend nazionali parlano di una buona annata in termini di rapporto tra quantità e qualità, con un lieve calo di qualche punto percentuale legato alla produzione e all’export, nel comprensorio imolese gli indicatori della vigilia sono tutti positivi.

"Le previsioni produttive sono molto buone con un incremento di circa il 10 per cento rispetto allo scorso anno – commenta l’imolese Silvia Manzoni, responsabile della sezione vitivinicola di Confagricoltura Emilia-Romagna e Bologna – In termini di tempistiche operative è confermato l’anticipo di 5-6 giorni nelle lavorazioni". Soprattutto per le basi spumante: "Il repentino calo dell’acidità porta alla necessità di un intervento più tempestivo e quindi, anche in questo caso, i tempi canonici subiranno un’accelerata".

Il fiore all’occhiello della produzione territoriale resta la qualità. "Senza ombra di dubbio – continua la Manzoni che vanta anche una comprovata esperienza sul campo da produttrice nell’area imolese –, nonostante le bizze di un meteo che tra gelate e grandinate ha messo a dura prova i vigneti a bacca bianca e rossa". Un fenomeno a macchia di leopardo dai risvolti significativi: "Recentemente è stata colpita duramente dalla grandine la zona in prossimità di Castel San Pietro Terme, ma anche le gelate di marzo nelle campagne di Imola e del Circondario avranno ripercussioni importanti – spiega –. Lo scenario climatico primaverile ed estivo, invece, favorisce il buon decorso dello sviluppo e della maturazione degli acini".

Lockdown e parametri di vendita sovvertiti da un fenomeno pandemico inedito: "Il calo evidente si è registrato nel canale Horeca (hotel, ristoranti, caffè) n il fermo forzato delle attività e le fisiologiche ripercussioni nei vari settori collegati – afferma la Manzoni –. Positiva la riapertura a ridosso della stagione estiva per la ripresa dei consumi, alimentando comprensibili speranze in chiave futura". Export a parte: "Un segmento sicuramente più difficile da raddrizzare sul quale occorrerà operare in un lungo periodo".

Intanto, i viticoltori non hanno risparmiato investimenti in impiantistica, tecnologie e piattaforme di vendita virtuali. "Si tratta di uno degli elementi di analisi di maggiore interesse perché, finalmente, ci si è accorti che il settore può andare oltre la vendita diretta e territoriale – prosegue la disamina –. Una presa di coscienza della valenza di queste modalità di vendita come avviene da tempo all’estero". Sistemi utili anche per tamponare eventuali mancanze nel fatturato: "Dispositivi strategici per recuperare parte dell’indotto per i produttori di medio-piccole dimensioni – conclude la Manzoni –. Lo scenario cooperativo, invece, ha potuto usufruire della continuità della rete di grande distribuzione per contenere i disagi".