"Vita più facile senza Green pass Ora prudenza"

Ristoratori soddisfatti per lo stop alle restrizioni "Ma il nostro personale resta con la mascherina"

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di Mattia Grandi

Senza più l’obbligo del Green pass per l’accesso interno e la mascherina per gli spostamenti tra i tavoli anche i ristoranti fanno un tuffo nel passato per ripartire dal presente. Qualcuno nota anche qualche cliente in più. "Sono giorni in cui si vedono i clienti un po’ spaesati. Dopo due anni di pandemia, anche chi preferisce fare a meno della mascherina ha bisogno di tempo per realizzare che le nuove regole non la rendono più obbligatoria – spiega Orazio Galanti dell’Hostaria 900 –. La fine delle restrizioni è una bella liberazione per tutti ma non abbassiamo troppo l’asticella dell’attenzione".

Spazio, quindi, all’igienizzazione, alla conferma del distanziamento tra i tavoli, all’apertura del cancello d’ingresso del locale di viale Dante previo trillo di campanello e all’uso dei gazebo esterni. "Piccoli accorgimenti che blindano la sicurezza di tutti e scongiurano il rischio assembramento. Specie in questi giorni di grandi affluenze in autodromo – ragiona –. C’è un’aurea di ritrovata serenità. Si percepisce dall’espressione delle persone. Abbiamo rispettato con scrupolo il controllo del Green pass. Chi ha tentato di fare il furbo è tornato a casa in anticipo".

Punta forte sul buon senso Ambra Lenini dell’Osteria del Vicolo Nuovo: "Mai avuto problemi a chiedere la certificazione verde. I nostri clienti sono stati sempre ben disposti – commenta –. La fine del controllo velocizza, senza dubbio, le pratiche d’acceso in sala. Il personale della cucina ed i camerieri continueranno a portare la mascherina. Il passaggio che sfocia nella ritrovata normalità dev’essere graduale".

Non solo. "La clientela apprezza l’utilizzo del dispositivo da parte degli addetti ai lavori per un maggiore senso di sicurezza – conclude –. In equilibrio il bilancio di questi primi giorni tra avventori con o senza mascherina".

Ha le idee chiare Ondina Bassi dell’Antico Tre Monti: "E’ una vera liberazione – sottolinea –. Non vedevo l’ora di dire addio a quelle lunghe file davanti alla porta in attesa di verificare il Green pass". Già, con logistiche spesso complesse. "Tra la ricerca del Qr code sul telefono e il cartaceo lasciato in auto o, peggio ancora, a casa, era tutta una complicazione – racconta la ristoratrice –. Non si poteva però rischiare una multa. Purtroppo, mi è capitato di dover rispedire alla propria abitazione qualche cliente sprovvisto del lasciapassare vaccinale". Discorso diverso per la mascherina. "La indosso ovunque così come il nostro personale di sala. E’ un atto di rispetto nei confronti della clientela. Favorevole al buon senso ma non tutti ce l’hanno – precisa la Bassi –. Per ora regna ancora un po’ di confusione tra gli ospiti. Evitiamo il clima da liberi tutti per scongiurare guai come in passato. Nel nostro mestiere basta un positivo per azzerare la prenotazione di una tavolata".

Dall’Osteria del Piolo di via Appia parla il titolare Oscar Cenni. "Come in tutte le cose ci sono dei pro e dei contro – riflette –. Chi aveva il Green pass rafforzato da terza dose non ha preso benissimo la nuova disposizione. Sento qualche lamentela e cerco di mitigarle. Per noi è il via libera ai grandi numeri". Ma non è tutto. "La richiesta della certificazione non ci ha creato particolari criticità – prosegue –. Mi è capitato, però, di allontanare un tavolino da quattro avventori perché uno di loro non era in regola. Le leggi sono sacre". Mascherina? "La usiamo in sala per dare sicurezza al pubblico – conclude –. Fiducia nel futuro con la complicità dell’arrivo della bella stagione".