Zona arancione Emilia Romagna, la rabbia: "Perché non dircelo prima?"

Bar e ristoranti di nuovo chiusi al pubblico. Sconforto e rassegnazione: "Protocolli rivedibili, ci stanno massacrando". Lo chef stellato Max Mascia: "Dati noti da tempo"

Max Mascia, chef stellato del San Domenico

Max Mascia, chef stellato del San Domenico

Imola, 20 febbraio 2021 - Ritorno al futuro. Ultime ore di zona gialla per l’Emilia Romagna che dalla mezzanotte passerà nuovamente in quella arancione. Un’alternanza, contraddistinta dal reintegro di quelle regole più restrittive già vissute qualche settimana addietro: porte chiuse per pranzo e solo servizio d’asporto o a domicilio. Norme che i titolari di ristoranti e bar imolesi accolgono con un misto tra rassegnazione, rabbia e impotenza.

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"Ce lo aspettavamo – commenta Massimiliano Mascia, chef del ristorante stellato San Domenico – e proprio in previsione del nuovo fermo forzato abbiamo limitato gli approvvigionamenti dai nostri fornitori". Niente più pranzi ai tavoli per i locali con cucina, ma ingresso permesso al pubblico soltanto per il tempo dell’ordinazione ed il ritiro delle pietanze. Pronto, quindi, il riavvio del servizio d’asporto, entro le 22, e le consegne a domicilio. L’interrogativo che pone il cuoco stellato, però, è quantomeno legittimo: "Visto che l’attuale scenario era intuibile già dallo scorso weekend, con il passaggio alla zona arancione di regioni come la Toscana e la Liguria, perché non dircelo prima?".

Zona arancione regole: spostamenti e ristoranti, cosa cambia Una decisione infrasettimanale – come già detto più volte anche da altri professionisti del comparto – avrebbe avuto, infatti, un altro impatto sui già risicati margini di programmazione degli addetti ai lavori del comparto della ristorazione. "Per non parlare del danno della chiusura domenicale, giornata tradizionalmente di forte incidenza nelle prenotazioni della clientela – continua –. Con questo nessuno vuole mettere in discussione le decisioni da prendere in ottica di contenimento del delicato quadro emergenziale. A Imola, poi, c’è la preoccupante situazione delle scuole che suona da campanello d’allarme". Le difficoltà vertono soprattutto sull’impossibilità di gestire con raziocinio l’operatività delle attività. "In queste ultime due settimane abbiamo lavorato più che in un intero mese – conclude Mascia –. Valuteremo se riattivare il sistema delivery, che va comunque organizzato, o prenderci una settimana di pausa".

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Non stanno certamente meglio i bar, alle prese con l’incubo del ritorno dell’istantanea da sala deserta e le serrande abbassate alle 18. "Siamo delusi – spiega Andrea Vernocchi, titolare del Caffè Bologna affacciato su piazza Matteotti –. Ho ricalibrato completamente la mia attività per poter sbarcare il lunario". Non solo. "Questo valzer di colorazioni è un tira e molla assurdo del quale non conosciamo la durata – continua –. Lavorando molto con le colazioni e gli aperitivi non posso però lamentarmi dei riscontri arrivati dal servizio d’asporto". Pur non raggiungendo i numeri di questa felice parentesi in zona gialla: "Siamo andati davvero bene con incassi, paragonabili al periodo pre-pandemia – analizza Vernocchi -. Oggi sarà un giorno da ritmi serrati e l’aperitivo di ieri sera, nel rispetto rigoroso dell’orario di chiusura dei locali, è stato da pollice alto". Inevitabile uno sguardo al futuro: "Speriamo di passare una primavera tranquilla con la complicità dell’arrivo di quelle miti temperature che dovrebbero complicare la vita al virus – conclude –. Tra pandemia e protocolli quantomeno rivedibili si sta massacrando il commercio. L’indice Rt è un parametro da tenere sempre sott’occhio e per tutelare la popolazione più anziana velocizziamo le vaccinazioni".