Imola, nella Ztl senza permesso per 2 mesi: ora rischia 7mila euro di multe

Il caso di una 20enne residente in centro storico: "Sessanta sanzioni uguali tutte per colpa di un equivoco"

Federica Di Rosa mostra le multe ricevute

Federica Di Rosa mostra le multe ricevute

Imola, 31 luglio 20 22 - È entrata senza permesso nella Zona a traffico limitato una prima volta a metà maggio, per colpa di un’ incomprensione con un vigile . E poi, credendo di agire nel giusto, lo ha fatto in chissà quante altre occasioni, nei due mesi successivi, quando l’arrivo di una multa (la prima di una lunga serie) le ha fatto gelare il sangue.

Protagonista della disavventura è Federica Di Rosa, ventenne di origine siciliana residente da qualche tempo in centro storico, che ha già ricevuto 23 sanzioni per un totale di 2.400 euro. E che ora, se le previsione della polizia locale sono esatte, rischia di ritrovarsi a fare i conti con oltre 60 verbali. Il varco in questione è quello di via Appia , altezza via Galeati, poco dopo il cinema Cristallo. Si tratta, di fatto, dell’ultima telecamera attivata in modalità sanzionatoria da Comune e Area Blu dopo un lungo periodo sperimentale.

Eravamo nel 2018 e l’accensione dell’occhio elettronico fu accompagnata da una campagna di comunicazione e dall’affissione di un cartello piuttosto evidente. Tuttavia, per chi si è trasferito in città solo da un paio d’anni, la situazione può non essere chiara. E se poi ci si mette anche un’incomprensione con un vigile e, soprattutto, un recapito della multa che arriva due mesi dopo la prima infrazione, ecco servita la frittata.

"Ero arrivata da poco in centro e ancora non conoscevo bene la zona – racconta Federica –. Andavo di fretta, c’erano dei lavori in corso e ho chiesto a un vigile se potessi transitare di lì, in quanto residente. E lui mi ha risposto di sì. Così sono passata, evitando di fare il giro più lungo". Dando ovviamente per scontata la buonafede degli attori di questa vicenda, è chiaro che all’origine dell’equivoco deve esserci il fatto che l’agente della polizia locale ha abbinato la parola ‘residente’ al possesso del permesso destinato appunto a quanti abitano in centro storico. Il problema è che la multa non è stata recapitata subito alla ragazza, che l’ha ricevuta via posta solo un paio di mesi dopo, continuando in questo lasso di tempo a transitare dal varco incriminato. "Ora non so più cosa fare, non posso permettermi di pagare 7mila euro di multe» , allarga le braccia Federica.

"Se le sanzioni fossero state notificate in tempi ravvicinati si sarebbe preso coscienza dell’errore – protesta il consigliere comunale della Lega , Simone Carapia – e non si sarebbero commesse le successive violazioni. Mi auguro che situazioni come questa non capitino più. E che il giudice di pace sia clemente, tenendo conto della buona fede della ragazza. La politica di questa amministrazione sulla Polizia locale è da ripensare: questo caso è solo la punta di un iceberg". Sulla questione interviene anche il deputato del Carroccio, Gianni Tonelli , già segretario generale del Sindacato autonomo di polizia. "Gli amministratori locali stanno trasformando le sanzioni amministrative, nate come strumento di prevenzione, in gabelle – affonda il parlamentare –. È una forma di tassazione surrettizia che non ha motivo di esistere, altrimenti miniamo il rappo rto tra cittadini e Stato. Non è possibile, nel caso di specie, che una persona sia perseguitata con 50-60 sanzioni. Non si può stravolgere il significato delle norme. La responsabilità però non è della polizia locale, ma degli input che vengono un’amministrazione che utilizza gli agenti per fare cassetta".