
Una foto del memorabile concerto del 2015 a Imola, in cui gli AC/DC riuscirono a portare in autodromo 92mila fan, le richieste erano state addirittura 150mila (foto Isolapress)
Imola, 4 febbraio 2025 – Tutto inizia con un giro in Lamborghini. Settembre 2013: in Autodromo arriva Brian Johnson, accompagnato in città da una troupe di Discovery Channel. All’epoca, il cantante degli AC/DC conduceva un programma tv sulle vetture-mito dell’automobilismo mondiale dal titolo ‘Cars that rock with Brian Johnson’. Il format è facile da immaginare: il cantante testa in prima persona i bolidi più veloci e costosi del pianeta. A Imola, Johnson scende in pista al volante di una Gallardo, uno dei tanti gioielli della scuderia di Sant’Agata Bolognese. Lungo i tornanti del Santerno, scocca la scintilla. “Girare qui è un’esperienza unica, perché questo è il tempio della velocità – le parole del cantante –. Non ti lascia un attimo di respiro, soprattutto la curva della Rivazza, è incredibilmente impegnativo”.
E quando pochi mesi dopo c’è da organizzare il tour europeo degli AC/DC, e di scegliere la sede dell’unica tappa italiana della band australiana che al tempo non si esibiva nel nostro Paese dal 2010, il ricordo di Johnson corre a quel giorno a Imola. Proprio lì, nel paddock Rivazza, Johnson e soci sarebbero stati protagonisti il 9 luglio 2015 di uno show leggendario. La marcia di avvicinamento al grande evento, che parte dicembre 2014 con l’annuncio ufficiale del concerto, è lunghissima. I biglietti vengono polverizzati in poche ore. Le richieste di tagliandi sono oltre 150mila, ma alla fine gli organizzatori (ieri come oggi Barley Arts di Claudio Trotta) decidono di fissare l’asticella a quota 92mila.
All’epoca, ci si interroga sulle capacità di Imola di reggere l’onda d’urto dei fan. L’ultimo Heineken Jammin Festival è del 2006, così come l’ultimo Gran premio di Formula 1. Quasi due lustri dopo, molte cose sono cambiate in termini di sicurezza e gestione dell’ordine pubblico nei grandi eventi. E gli appuntamenti musicali e sportivi come Sonisphere e Superbike, andati in scena in quel lasso di tempo, non sempre hanno consentito di testare la macchina mettendola realmente sotto pressione.
Le code in autostrada, quel pomeriggio del 9 luglio 2015, restano nella memoria di tanti. Quando però, poco prima di cena, gli schermi della sala stampa dell’Autodromo (allora a livello dei box) restituiscono le immagini del paddock del circuito trasformato in un catino bollente di passione, con la Rivazza piena come ai bei tempi, si capisce che l’impresa è compiuta.
I fan arrivano da tutta Italia. Isole comprese, come si sarebbe detto una volta. E tanti anche dall’estero. Lo show è leggendario; probabilmente il più bello tra quelli visti in Autodromo da allora a oggi. Quando Johnson e gli altri salgono sul palco, tra giochi di luce, fuoco e fiamme, dalla collina della Rivazza si vede ancora il tramonto. “Buonasera Imola, adesso ci divertiamo”, urla il cantante dal microfono. Migliaia di corna (marchio di fabbrica della band) brillano di rosso. “Dubito che la nostra città abbia ricavato un vero beneficio da un concerto rock paludato di sciocche diavolerie”, dirà qualche tempo dopo in un’omelia l’allora vescovo Tommaso Ghirelli.
Tornando al concerto, Johnson – già all’epoca 68 primavere - sfodera una buona forma fisica per tutta la durata dello spettacolo. È chiaro: i pezzi sono brevi e le pause frequenti. Lo show, che va avanti per un paio d’ore, comunque funziona. Angus Young va alla grande. Si diverte, gioca con il pubblico e con il passare dei minuti si toglie pure i vestiti. Ma i fan ci sono abituati: quando della divisa da scolaretto sono rimaste ormai solo le braghe, quasi non ci fanno caso. Dalle casse suona roba scritta tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, ma apprezzata anche dai figli del decennio successivo.
“AC/DC Mania”, è il titolo del Carlino all’indomani. Quando aprono le edicole, migliaia di fan devono ancora lasciare la città. Ci sono lunghe code al casello della A14 e in stazione (oggi la gestione dei flussi post-evento è molto migliorata). E le polemiche non mancano. Ma la realtà è che da quel 9 luglio 2015 la grande musica è tornata di casa a Imola.