Caro bollette Imola, incubo per i fornai: "Resistere è durissima"

Fabrizio Cassani: "Non vogliamo indebitarci per pagare gas e e luce" Maurizio Liverani di Bubano: "Attendiamo le bollette con paura. Non si può"

Maurizio Liverani con il figlio Michael nel loro laboratorio di panificazione a Bubano

Maurizio Liverani con il figlio Michael nel loro laboratorio di panificazione a Bubano

Imola, 9 ottobre 2022 - Una volta li chiamavano beni di prima necessità. Adesso, però, anche il pane finisce nella morsa del caro energia e rischia di comparire sempre meno sulle tavole degli imolesi. Panificatori al bivio: aumentare i prezzi con il patema di finire fuori mercato o abbassare la serranda della propria attività.

"Quella di settembre sarà la bolletta della verità e siamo in forte ansia – confida Fabrizio Cassani della ‘Casa del Pane’ di via Pisacane ad Imola –. A luglio la nostra spesa per i consumi del gas era raddoppiata. Agosto, con le ferie estive di mezzo, non fa testo. Abbiamo colleghi che si sono visti recapitare cedole per le utenze decuplicate. Da 3mila euro ad oltre 30mila. Così non si può andare avanti".

Sotto la linea di galleggiamento finiscono anche i panifici storici della città: "Siamo fornai da tre generazioni con l’attività aperta dal 1980. Senza contare i tanti anni di lavoro di nostro padre negli esercizi di alcuni paesi limitrofi – continua Cassani, affiliato alla Confesercenti Imola, che condivide le mansioni con il fratello Sandro ed il nipote Mattia –. Ci stanno schiacciando anche i folli rincari sulle materie prime. Il prezzo delle farine era già salito prima della guerra tra Russia ed Ucraina. I listini vengono aggiornati ormai ogni 15 giorni". Ma è la combinazione gas-energia elettrica a tagliare le gambe. "Il nostro forno di 27 metri quadri di superficie, ancora vecchio stile, si alimenta a gas-metano – specifica –. Lo accendiamo nel tardo pomeriggio per portarlo alla temperatura ideale per cuocere il pane. Il suo funzionamento giornaliero è di 9-10 ore e tocca quota 200-250 gradi. Poi c’è la botta dell’energia elettrica per chi, come noi, lavora tutta la notte".

Il futuro ha tinte fosche. "Guarderemo le prossime bollette poi decideremo il da farsi. Non vogliamo di certo fare debiti – conclude Cassani –. Si consuma sempre meno pane. Aumentare i prezzi? Inevitabile ma potrebbe rivelarsi un boomerang letale. Così si spazzano via decenni di sacrifici".

E la situazione non migliora neppure spostandosi lontano dalle città. "È tutto raddoppiato – ragiona Maurizio Liverani, dell’omonimo forno di Bubano, che è anche presidente dei panificatori legati a Confcommercio Ascom Imola –. Luce, gas e materie prime. I prezzi di prodotti come farina, strutto, olio, burro ma anche dei sacchetti di carta sono cresciuti a dismisura. E l’ascesa non si ferma. Non è più possibile andare avanti così". Spettro bollette: "Ogni volta attendiamo di conoscere l’ammontare delle spese per le utenze con paura – continua –. In tanti rischiano la chiusura. Un amaro epilogo che non risparmia neppure chi, come me, opera in un paesino con una realtà familiare e solo due dipendenti. Ad oggi andiamo in tasca, ma non si può lavorare per fare debiti o per pagare i consumi". Rivisitate tutte le sincronie dell’attività. "Abbiamo due forni, uno grande a gas e l’altro più piccolo alimentato a corrente elettrica. Vengono accesi all’una di notte e spenti attorno alle 6.30-7 – confida Liverani –. Cerchiamo di ridurre al minimo il loro funzionamento così come limitiamo qualsiasi tipologia di scarto. Sono cambiate completamente le modalità lavorative".

Ma c’è di più. "Mi segnalano diversi casi di colleghi con bollette quintuplicate laddove i consumi dei forni elettrici superano i 30kw – conclude –. Costi energetici passati da poco più di mille euro ad oltre 6mila. Cosa accadrà? Stavolta la vedo molto dura".