Cesi, dall'ex cotonificio al Lago di Garda: storia di un azzardo targato coop

Case, terreni, centri commerciali: una 'galassia' in tutta Italia

Un cantiere (foto Frascatore)

Un cantiere (foto Frascatore)

Imola, 19 luglio 2014 - Un patrimonio sparso in tutta Italia. Case, terreni, centri commerciali. E’ la ‘galassia Cesi’ che si porta dietro progetti, piani particolareggiati, accordi urbanistici e tanto cemento. Non residenziali, però. Stando a fonti aziendali, il core business della coop, quel residenziale che ha sempre contraddistinto la sua storia, non è il buco nero che ha risucchiato l’azienda. La vera piaga sarebbe altrove, in quei centri commerciali voluti dagli anni Duemila e che dovevano proiettare Cesi nella top 20 delle aziende nazionali per fatturato, raddoppiando quello che le ‘semplici’ case non avrebbero mai potuto fare.

Da una prima mappatura del liquidatore, sono 27 i contratti preliminari non ancora portati a rogito: in 21 il venditore è Cesi, in sei una delle società controllate interamente da Cesi. E basti sapere che queste ultime sono ben 14. Poi ce ne sono tante altre, ma partecipate. Di quei 27 preliminari, 20 riguardano persone fisiche, semplici cittadini che hanno comprato casa e che, in caso di risoluzione del contratto, riscuoteranno la fideiussione che copre le caparre (ma non i mobili già acquistati). Per il resto dei contratti, con immobili promessi in vendita a persone giuridiche, la legge non prevede alcuna tutela. La mappa dell’invenduto di Cesi deve ancora essere redatta, ma accanto a questa ci sono una miriade di progetti rimasti sulla carta (e sul ‘groppone’ dei bilanci). C’è la famosa area della multisala-centro commerciale Fucina, al casello dell’A14 di Imola, oggi ancora un campo incolto ma in carico alla società Sunny Village. Ci sono i due outlet, gestiti attraverso le società Parma reteail e Soratte Outlet, già realizzati ma con solo una parte dei negozi affittati e nessun compratore straniero all’orizzonte per tutto il complesso, come invece si pensava all’inizio.

Poi spunta un’altra società interamente di Cesi, la Inexo, che possiede vicino a Pordenone l’ex cotonificio Amman, un complesso industriale dismesso, in buona parte vincolato dalla Soprintendenza, lasciato al più totale degrado, con lo svantaggio di sorgere vicino a corsi d’acqua e a una centrale. Il piano particolareggiato qui c’è già e prevede un centro commerciale e centinaia di residenze. Ma è tutto sulla carta, tra le proteste delle amministrazioni. La lista dei beni controllati interamente da Cesi è lunga, perché un’altra società ha in pancia un’area residenziale sul Lago di Garda; poi ce n’è un’altra ancora per un centro commerciale a Ronchis in provincia di Udine. Per differenziare il business, dietro all’outlet di Parma ci sono ettari di terreno da trasformare in capannoni industriali, tramite la Parma logistics. Ma anche qui l’operazione è nei rendering. Della bolla extra residenziale di Cesi, un solo intervento è andato a buon fine: il centro commerciale di Chieti, regolarmente fatto e venduto. Eboli e Carini, invece, sono andati a una cordata di coop amiche, in un’operazione salvataggio dal sapore della disperazione.