Imola, maltempo. La grandine ha messo in ginocchio l’agricoltura

Il Circondario sta studiando misure di sostegno ai produttori: soprattutto la frutta ha subìto perdite irreparabili

Il maltempo non ha smesso di flagellare l’Imolese nemmeno ieri

Il maltempo non ha smesso di flagellare l’Imolese nemmeno ieri

Imola, 19 aprile 2017 - In Vallata inizia la conta dei danni. Dopo la violenta tempesta di domenica che ha minato frutteti e ortaggi, gli agricoltori dei territori più colpiti – da Casalfiumanese a Castel del Rio – tracciano l’amaro bilancio della grandine. E molti coltivatori sono in ginocchio. In particolare, i produttori di albicocche. È questo il frutto maggiormente danneggiato dai chicchi di ghiaccio, in quanto proprio in questo periodo si stava sviluppando dopo la recente fioritura.

A Borgo Tossignano, il podere di Stefano Lelli – 45 ettari tra Ponticelli e Castel del Rio – si trova praticamente nell’epicentro del fortunale abbattutosi tra Pasqua e Pasquetta. «Il 100% delle albicocche sono distrutte. Vale lo stesso per le ciliege, mentre dei kiwi si salva circa il 30% della produzione - commenta Lelli -. Si sono salvati i cachi, ma solo perché gli alberi si trovano a Ponticelli, zona meno colpita dalla grandine».

Frutti distrutti, rami spezzati, fiori caduti: è lo scenario che oggi si presenta nei campi. «In pratica, per un anno e mezzo non prendo un centesimo. Devo aspettare il raccolto del 2018. Anzi, dovrò spendere dei soldi per sistemare tutto», dice con rammarico. I campi di Lelli non sono protetti da reti antigrandine e l’azienda non ha nemmeno attivato l’assicurazione. «Si tratta di spese molto elevate che finora non abbiamo mai sostenuto – dichiara –. Anche perché non siamo in una zona dove ogni anno ci sono degli eventi di questo genere. In passato la grandine era venuta, ma mai una simile catastrofe». Perlomeno non in Vallata.

L’eccezionale tempesta del 5 settembre 2010 colpì pesantemente Imola, devastando colture, animali, infrastrutture, auto. Se la ricorda come fosse ieri Maurizio Baldisserri, agricoltore con 30 ettari di terreno a Ponticelli e Castel del Rio. «Ma la grandinata dell’altra sera è stata maligna, perfida, perché era talmente fitta che ha colpito tutti i fruttini attaccati agli alberi – dice -. Bisognerà aspettare il raccolto per definire esattamente l’entità del danno. Solo allora sapremo come si saranno sviluppati i frutti». Ovviamente quelli rimasti sugli alberi. «A Castel del Rio tutti i frutti sono segnati. Le ciliege hanno addirittura tre lesioni. Occorre vedere se si cicatrizzano. Ad ogni modo, oltre il 50% del raccolto è stato colpito. A oggi stimiamo un danno di 50-60mila euro».

Flagellati anche i campi di Maria Montefiori a Fontanelice, alcuni presi in affitto due mesi fa. «Per quanto riguarda gli albicocchi, è un disastro – commenta -. Nel versante verso Casola la grandine si è presa il 97% della produzione. Non abbiamo l’assicurazione, nessuno si aspettava una cosa simile».

E mentre Coldiretti auspica l’attivazione di un fondo a livello locale, così come fatto nel 2010, per offrire prestiti agevolati agli agricoltori, Simone Carapia (FI) chiede subito lo stato di calamità. I Sindaci del Circondario hanno dato mandato al competente servizio agricoltura di individuare le aree coinvolte dalla recente violenta grandinata, al fine di definire tutti i provvedimenti necessari a sostenere gli agricoltori pesantemente colpiti.

La Conferenza dei Sindaci, riunitasi in mattinata, ha inoltre programmato a breve un incontro con le associazioni agricole con l’obiettivo di concordare un’iniziativa comune anche nei confronti della Regione. «Mi sono attivato subito, contattando già nella mattinata del lunedì di Pasquetta le quattro associazioni degli agricoltori, per una prima valutazione della situazione», spiega l’assessore all’Agricoltura del Comune di Imola, Pierangelo Raffini.