Imola, Gasparri: "Tempesta perfetta in autunno"

Il presidente di Confindustria: "Dalle materie prime introvabili alle elezioni, gli ostacoli aumentano. Impossibile programmare"

Marco Gasparri

Marco Gasparri

Imola, 7 agosto 2022 -  Capitani coraggiosi stringono forte il timone di aziende in balia di acque fin troppo agitate. Ansie e preoccupazioni offuscano la rotta per approdare in quel porto sicuro che, mai come questa volta, appare così lontano. Ne sa qualcosa Marco Gasparri, presidente della delegazione imolese di Confindustria Emilia, che tra un nuvolone nero e l’altro continua a scrutare l’orizzonte.

Gasparri, l’estate ha imboccato il suo volatone finale. Quale scenario si prospetta dinanzi alle aziende da qui all’inizio dell’autunno? "Siamo dentro ad una tempesta perfetta. In questo momento le imprese, che vivono di programmazione, non sono in grado di pianificare nulla".

Per quale motivo? "L’ultimo, in ordine cronologico, è un appuntamento elettorale che giunge nel momento meno opportuno".

Le nostre aziende come stanno? "Vivono il periodo più carente nel reperimento delle materie prime strategiche. Dichiarano sofferenze sul fronte degli approvvigionamenti, ritardi nelle forniture e rincari sproporzionati dei costi energetici e dei carburanti".

Il tutto incastonato in uno scenario mondiale delicato. "Dalla guerra in corso tra Russia ed Ucraina alla nuova minaccia dei contrasti tra Stati Uniti e Cina. Parliamo di un’area che ha oltre il 65% dei semiconduttori che girano per il mondo".

Senza dimenticare la pandemia. "Non ha dato tregua neppure in estate. E le aziende si confrontano con assenze non programmate del personale dal lavoro".

Il sempreverde capitolo delle risorse umane. "Mancano profili adeguati. I professionisti validi cambiano casacca 4 o 5 volte l’anno. Sembra il calciomercato. D’altronde abbiamo detto ai nostri ragazzi che l’Italia non è un paese che investe sui giovani. E loro sono fuggiti via".

È preoccupato? "Sì, quando sento parlare di meccanismi obsoleti per trovare soluzioni. In particolare, mi riferisco al recupero dell’inflazione in busta paga. Bisognerebbe imparare dagli errori del passato".

Inflazione e Pil? "L’inflazione tendenziale arriverà al 9-10% a fine anno. E il Pil non crescerà come nel 2021 con quel rimbalzo tecnico forte dovuto al 2020 segnato dal covid. Per le regioni più fortunate, come la nostra, si parlerà del 2%".

Crescita aziendale in stallo? "Molte imprese faticano ancora a recuperare le perdite del biennio 2019-2020. Realtà che si sentono abbandonate al cospetto di un mercato incapace di assorbire tutti gli aumenti".

I riflessi della crisi sul nostro territorio? "Se non saremo in grado di tenere molto in alto i livelli di eccellenza rischieremo di perdere punti in termini di competitività".

Cosa può fare la politica? "I primi interventi significativi devono arrivare sul piano nazionale. A livello locale, invece, ci vorrebbe più coraggio nel ‘difendere’ il territorio".

In che senso? "Più che una critica vuole essere uno stimolo. Servirebbe uno sforzo in più dalla politica per salvaguardare la coesione della nostra area. Senza perdere pezzi per strada".

Come? "Allargando il bacino d’interesse e presidiando l’area metropolitana. Osare qualcosa di più, anche a costo di alzare la voce, a fronte della ritrovata attrattività delle nostre zone. Sezionare, poi, in modo adeguato gli interventi per affrontare compatti il post estate".

Un bel gioco di squadra. "Lavorare insieme e sfruttare il sistema delle partecipate per andare oltre il piangersi addosso. In questo frangente storico ogni singola tessera del mosaico ha la sua valenza".

Altro? "In abbinamento ai fondi del Pnrr mi piacerebbe vedere qualche investimento in più tr ainato dalle casse dei municipi. Un modo per essere più ambiziosi attraverso azioni concrete e capacità di ascolto".

Una politica, quindi, di supporto alle aziende. "Ad ogni livello. Ma alle imprese ed ai loro rappresentanti spetta il compito di alimentare continui stimoli e sollecitazioni".