Crisi Mercatone Uno, salvi 39 punti vendita?

L’azienda ne ha 79 e li vorrebbe dimezzare, ma ancora non si sa quali siano. Assemblee dei lavoratori il 2 marzo, presidio al Ministero del Lavoro il 13 marzo

Mercatone Uno

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Imola, 26 febbraio 2015 - UNA TRATTATIVA fiume, durata oltre dieci ore. Per nulla, però. La delegazione nazionale dei sindacati a confronto con i vertici del Gruppo Mercatone Uno non è riuscita a portare a casa le risposte auspicate, se non un’unica sibillina voce sul numero dei punti vendita che l’azienda vorrebbe mantenere. Sono 79 i punti vendita a marchio Mercatone Uno, compreso Toscanella che però appartiene a una delle società (Siel) non finite nella morsa dei concordati preventivi o degli autofallimenti, e per questo sarebbe salvo.

Negli ultimi confronti l’azienda aveva detto di stare lavorando a ipotesi industriali con nuovi partner, ma che il numero dei punti vendita doveva scendere della metà. Ora pare che se ne possano salvare solo 39. Dove e quali sono interrogativi ancora senza risposta.

«Ci risulta sia stata diramata una nota che contiene quel dato, ma noi non l’abbiamo ricevuta – commenta Silvia Balestri della Fisascat-Cisl metropolitana –. Dobbiamo fare una verifica, ma per tutta la trattativa l’azienda non ci ha dato una risposta chiara su quali punti vendita intenda concentrarsi. La situazione è ancora più problematica proprio per l’assenza di risposte e la sensazione è che l’azienda abbia già pronto un pacchetto preconfezionato sul quale non possiamo agire».

Al tavolo l’azienda avrebbe chiesto di usare in modo ancor più intensivo il contratto di solidarietà, «ma noi abbiamo rilevato che in questi mesi solo il 60 per cento dei lavoratori l’ha utilizzata, mentre ben il 40 per cento non è stata toccato dall’ammortizzatore – continua Balestri –. Serve più equità. Inoltre non abbiamo ricevuto risposte chiare nemmeno sul pagamento della mensilità di gennaio, la parte precedente la richiesta di concordato presentata in tribunale dal gruppo (per sei società, più quattro di cui è stato chiesto il fallimento, ndr)».

Stando così le cose i sindacati hanno indetto per il 2 marzo assemblee nei diversi punti vendita per 4 ore, poi il 13 marzo una delegazione di lavoratori sarà in presidio fuori dal ministero del Lavoro, nel giorno in cui sembra essere stato confermato l’incontro con ministro e azienda. Domani, invece, primo tavolo regionale sulla crisi di Mercatone uno.