Ape e 'precoci', oltre 150 imolesi chiedono l’uscita anticipata dal lavoro

Calcolato il numero di domande pervenute tra città e circondario per ottenere il sussidio d’accompagnamento alla pensione

Danilo Francesconi (Cisl): «L’Ape sociale è frutto della nostra batttaglia sindacale che ha intercettato un bisogno autentico dei lavoratori»

Danilo Francesconi (Cisl): «L’Ape sociale è frutto della nostra batttaglia sindacale che ha intercettato un bisogno autentico dei lavoratori»

Imola, 22 luglio 2017 - Sono 56, a Imola, le domande presentate per accedere all’Ape social. Centoquattro, invece, quelle di pensionamento anticipato per i lavoratori precoci. Il termine (previsto per coloro che maturano i requisiti al 31 dicembre 2017) per la consegna delle istanze all’Inps è scaduto nei giorni scorsi.

Nel primo caso, l’Anticipo spetta ai lavoratori pubblici e privati con almeno 63 anni di età purché siano disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi; a persone che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave; a invalidi civili almeno al 74%; a dipendenti che svolgono da almeno sei anni (negli ultimi sette) in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso.

Nel secondo caso, la definizione di «precoci» riguarda invece coloro che hanno lavorato almeno un anno prima dei 19 anni, potranno andare in pensione con 41 anni di contributi, anche prima dei 63 anni di età.

Il requisito in futuro (nel 2019) sarà adeguato alla speranza di vita. Anche in questo caso potranno fare richiesta i lavoratori precoci disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi, invalidi con un grado di almeno il 74% o coloro che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un’attività gravosa. In generale, per l’Area metropolitana bolognese le domande sono in totale 1.076: 500 per Ape sociale e 576 per i lavoratori precoci.

Per l’intera regione, secondo i dati Inps, le domande sono in totale 4.865: 2.123 per Ape sociale e 2.742 per i lavoratori precoci.

«Questi dati – commenta il segretario generale della Cisl Area metropolitana bolognese, Danilo Francesconi – non fanno altro che confermare la validità dell’iniziativa del sindacato confederale che, con perseveranza ed una fortissima determinazione, ha indotto il Governo, con l’accordo dello scorso settembre, a porre mano, modificandone i contenuti, alla Legge Fornero».

Circa 66.500 domande, a livello nazionale, «sono – prosegue Francesconi – la dimostrazione concreta di un malessere sociale che il sindacato ha interpretato e per cui si sta adoperando al fine di intervenire, modificando in meglio i contenuti dell’Ape sociale, con particolare riferimento ai calcoli per i requisiti per i lavoratori precoci in particolare per gli addetti all’edilizia e per i disoccupati».

In questa ottica, «con altrettanta chiarezza – conclude il segretario generale della Cisl Area metropolitana bolognese – nei giorni scorsi, insieme a Cgil e Uil, a livello nazionale abbiamo posto anche il tema della pensione di garanzia per i giovani e per le donne che si trovano ad avere una contribuzione discontinua anche e soprattutto a causa dei lavori di cura che sono chiamate a sostenere. Nei prossimi giorni sarà predisposta una vera e propria piattaforma di rivendicazioni e di proposte che sosterremo con una forte mobilitazione che coinvolgerà giovani ed anziani».