Tassa di soggiorno Imola, al vaglio rincari stagionali

La Giunta valuta una modifica dell’imposta per massimizzare le entrate durante il periodo della F1 e dei concerti in Autodromo

Le tribune piene durante il week end del Gran Premio dello scorso aprile

Le tribune piene durante il week end del Gran Premio dello scorso aprile

Imola, 20 novembre 2022 - Il punto di partenza è chiaro: dato il numero di camere d’albergo e posti letto presenti in città, che puntualmente vanno esauriti in occasione dei grandi eventi in Autodromo, risulta impossibile aumentare gli introiti dell’imposta di soggiorno. Così, visto che non sono all’orizzonte costruzioni di nuove strutture ricettive, se si vuole ampliare rispetto ai 240mila euro attuali il gettito garantito dalla tassa a carico di chi pernotta a Imola, in modo da avere qualche soldo in più da investire sul turismo, bisogna cambiare strategia.

Una soluzione, come ipotizzato qualche giorno fa in Consiglio comunale dal sindaco Marco Panieri, potrebbe essere quella di introdurre il criterio di stagionalità per l’imposta di soggiorno. In pratica, dividere l’anno in due fasce come già avviene nelle città turistiche: una nella quale dormire a Imola costa di più anche dal punto di vista fiscale, nella quale far ricadere il Gran premio di Formula 1 e i concerti estivi in Autodromo; e un’altra invece meno cara.

La questione è sul tavolo della Giunta, che potrebbe discuterne presto con le associazioni di categoria del commercio. L’argomento è spinoso, come tutti quelli che ruotano attorno alle tasse. A maggior ragione in un periodo di rincari energetici. Tuttavia, partendo dall’assunto che in questo caso si parla di un balzello non direttamente a carico degli imolesi, e sulla scorta dell’annata super dell’Autodromo della quale verranno presentate a giorni le ricadute economiche sul territorio, in questa fase il tema non viene visto come un tabù dal Comune.

La tassa di soggiorno (da uno a due euro a persona a notte fino a un massimo di cinque pernottamenti consecutivi) fu introdotta nel 2015. Obiettivo: sostenere un settore in crescita, ma bisognoso di interventi specifici. Dopo un periodo di iniziale scetticismo, tra le proteste degli operatori che si sono visti costretti ad agire da sostituti di imposta, la misura ha preso piede anche in riva al Santerno.

Pochi euro per chi pernotta in città e nessun incasso diretto da parte degli addetti ai lavori, che girano quanto riscosso al Comune. È l’ente di piazza Matteotti poi, una volta chiuso il bilancio, a reinvestire interamente il ricavato nella promozione del sistema turistico locale, nell’organizzazione delle manifestazioni, nel potenziamento e nella ricerca delle varie iniziative.

Il primo anno di introduzione dell’imposta di soggiorno, nel 2015, il Comune mise le mani su un tesoretto di 150mila euro. Da allora, quella cifra è cresciuta costantemente. E oggi, in attesa del bilancio consuntivo 2022, come già accennato dovrebbe attestarsi attorno a 240mila euro.

Ora però l’asticella è stata alzata al massimo. Per questo motivo potrebbero arrivare correttivi nell’immediato futuro, appunto con una diversificazione dell’importo da pagare da parte di chi soggiorna in città nei diversi periodi dell’anno.