Imola, aumentano turisti e visitatori in città. Il circondario soffre

Quasi 33mila arrivi in 5 mesi sotto l’Orologio. L’analisi di Lanzoni, il direttore della società di promozione Imola-Faenza

Un torpedone si avventura tra le curve dell’autodromo: è la nuova moda dei turisti che si spingono sulle rive del Santerno

Un torpedone si avventura tra le curve dell’autodromo: è la nuova moda dei turisti che si spingono sulle rive del Santerno

Imola, 30 luglio 2017 - Crescono i turisti a Imola, un po’ meno negli altri comuni del circondario. In attesa dei dati estivi, i primi cinque mesi del 2017 si sono chiusi, secondo le tabelle provvisorie Istat pubblicate sul sito della Regione, con 32.853 arrivi sotto l’Orologio (di cui 9.888 visitatori stranieri) e un +12,60% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Bene anche Castel San Pietro, con 18.105 arrivi (+3,10%), mentre è in chiaroscuro il bilancio per Dozza: -1% negli arrivi, che sono stati 2.032, ma +7,50% sul fronte dei pernottamenti, in totale 4.314. Segni negativi, invece, per gli altri sette comuni considerati tutti insieme: -6,80% arrivi (2.430 in totale) e -10,20% nei pernottamenti (5.277). Nel complesso, da gennaio a maggio, i visitatori del circondario sono stati 55.420, vale a dire il 7,83% in più rispetto allo stesso periodo del 2016.

Erik Lanzoni, direttore della società di promozione turistica Imola Faenza, come leggere questi dati?

«Fanno riferimento a quattro mesi in cui non c’è stata praticamente attività in Autodromo, e quelli rappresentano la ripresa del turismo business che caratterizza Imola ed è legato alle nostre aziende che hanno ricominciato a lavorare soprattutto con l’estero. A maggio invece c’è una tenuta delle presenze legate all’Autodromo e quindi più strettamente turistiche. Siamo sempre ancorati al trend positivo di Bologna e ci fa molto piacere: lì il turismo urbano viaggia con aumenti in doppia cifra. La nostra strategia è di legarci alle loro piattaforme come alta velocità e aeroporto».

Per quanto riguarda giugno e luglio, invece, ci sono già dei segnali?

«Continua il trend di crescita. Ma sono ancora dati parziali, visto che è cambiato il sistema di rilevazione Istat. E sono sempre possibili rettifiche, come accaduto lo scorso anno: alla fine ci sono state riconosciute 30mila presenze in più con Imola che ha chiuso il 2016 con un +9,2% e un totale di 181mila presenze che rappresenta il record storico assoluto per la città, in un anno in cui non c’è stato un grande concerto in Autodromo».

A proposito di Autodromo, ora ai turisti viene data la possibilità di percorrere i tornanti della pista direttamente a bordo del loro bus.

«E’ vero, quest’anno abbiamo più flessibilità da Formula Imola e possiamo sfruttare la pausa pranzo per far fare giri di pista ai tour operator. Io vado insieme a loro e devo dire che c’è di tutto: dai giovanissimi ai pensionati. Ma il culmine si raggiunge quando fanno le foto sul podio delle premiazioni: lì tornano tutti bambini. E’ un format che piace molto».

Se Imola sembra aver ingranato la marcia giusta, dal punto di vista turistico, nel resto del circondario le cose non vanno altrettanto bene.

«Bisogna far crescere gli operatori e trovare le condizioni per far nascere qualche struttura di qualità in più: oggi sono poche e i numeri bassi. E poi c’è da lavorare bene con il parco della Vena del gesso, che rappresenta un grande potenziale inespresso. Certo che realizzare la pista ciclabile della Vallata del Santerno ci farebbe bene».

Il progetto sta incontrando però non poche resistenze.

«Capisco le proteste degli agricoltori, ma bisognava intercettare il finanziamento del ministero e non c’è stato tempo per la concertazione. Si può comunque trovare ancora una soluzione, evitando di tagliare i poderi ma rimanendo vicino al fiume e salvare il tratto più semplice lungo il Canale dei mulini unendo Imola, Borgo e Fontanelice. Ci aiuterebbe a superare la mancanza di infrastrutture che paghiamo rispetto agli altri».