REDAZIONE IMOLA

La pasticceria Virginia di Imola chiusa dal Questore

Sigilli per 15 giorni al bar in via Appia: "Continue lamentele dei residenti per la musica ad alto volume e scarsa collaborazione dei gestori durante i controlli”. I titolari: «Non è possibile fermarci per questo, ora ce ne vogliamo andare»

La pasticceria di via Appia chiusa dal questore per 15 giorni

La pasticceria di via Appia chiusa dal questore per 15 giorni

Imola, 12 marzo 2024 –  Le luci spente, il buio, incorniciato da quelle vetrine bordate di viola. E un cartello che recita: quindici giorni di stop al bar ’Virginia Alta Pasticceria’ di via Appia, firmato dal Questore. Ieri mattina, nero su bianco si è scritto il nuovo atto di una convivenza da sempre difficile del locale con il vicinato. ’Oggetto del contendere’ quella «musica troppo alta» che ha visto arrivare agli uffici delle forze dell’ordine «moltissimi esposti da parte dei cittadini per i volumi troppo alti» spiegano dal commissariato. «E ora ce ne vogliamo andare – risponde Daniela Ruggini, madre di Virginia Consigli, l’effettiva titolare del locale, sul quale ieri è comparso il cartello di replica ’chiuso perché da fastidio il karaoke’ –, abbiamo già messo l’annuncio per cedere, anzi, svendere l’attività, vogliamo tornare a Firenze».

Sì, perché la famiglia (a cui si aggiunge il marito della donna, Daniele Ceccherini) si è trasferita in città a maggio scorso per lanciarsi nell’avventura imprenditoriale, rilevando l’attività che fu della pasticceria Costanzi. «Tutto è iniziato con il karaoke che facciamo il sabato dalle 20 alle 24 e la domenica dalle 15,30 alle 19,30».

Un’attività musicale svolta, a detta della famiglia, «a seconda del clima si all’interno che all’esterno». Da quel momento iniziano le proteste di alcuni vicini e le ripetute richieste di abbassare il volume dell’impianto musicale. Ma dietro alla decisione di mettere i sigili al locale, come spiegato nelle motivazioni del Questore, ci sono anche i «diversi interventi eseguiti dagli agenti e dalla polizia economico-amministrativa», oltre alla «inottemperanza alle prescrizioni, più volte ravvisata dopo i controlli», «all’inosservanza recidiva del regolamente comunale, in modo particolare relativo alla quiete pubblica», la «conduzione non collaborativa durante i controlli» e «l’utilizzo dei locali in orari non consentiti».

I controlli nella pasticceria dopo le telefonate dei residenti, sono partiti a giugno, con la pasticceria di via Appia inaugurata circa un mese prima con grande entusiasmo. Il locale viene trovato «sprovvisto – spiegano dal commissariato –, della necessaria autorizzazione all’intrattenimento musicale», che nei primi mesi si sarebbe svolta anche al di fuori degli orari del karaoke.

Da quel momento ecco un’altra serie di controlli: viene rilevato dagli agenti un «atteggiamento polemico, aggressivo e non collaborativo delle persone presenti nel locale», arriva una sanzione per il dehor esterno (« privo di autorizzazioni») oltre a un richiamo per la «mancata esposizione del cartello a norma di legge che segnala l’area come videosorvegliata».

Secondo la famiglia un avviso invece «presente, ma di piccole dimensioni, poi rimpiazzato». Inoltre, spiega sempre Daniela Ruggini «Durante i controlli, siamo stati solo io e mio marito a scaldarci un po’, non mia figlia, che è l’effettiva titolare dell’attività, noi siamo collaboratori familiari».

Tra le altre cose, c’è anche una sopralluogo di Arpae, che arriva a disporre, tramite ordinanza del sindaco, la sospensione della musica per 12 giorni. Prescirzione che – a quanto pare – sarebbe stata rispettata solo per pochi giorni.

Le ultime visite delle forze dell’ordine risalgono allo scorso febbraio, con la polizia amministrativa che avrebbe chiesto ai gestori di abbassare la musica, e, inoltre, i controlli dei documenti sarebbero risultati particolarmente «difficoltosi». Sempre a fine febbraio, gli agenti sono intervenuti nuovamente intorno alle 4 del mattino perché era stata segnalata loro musica ad alto volume lasciata accesa nel locale.

«Una chiusura che non ci voleva – commenta la famiglia –, arriva proprio quando in città ci saranno i mercatini. Da parte nostra abbiamo sempre cercato di mantenere una clientela corretta. Non teniamo nemmeno birra forte. Dopo questa credo che ce ne andremo via».