Meteo Imola, il climatologo: "Ora rischiamo temporali violenti e grandine"

Solo una breve rinfrescata a metà settimana. Ravaldi: "Stiamo per battere il record di giornate senza pioggia"

Fausto Ravaldi analizza i dati della stazione meteorologica dello Scarabelli

Fausto Ravaldi analizza i dati della stazione meteorologica dello Scarabelli

Imola, 26 luglio 2022 - "Ora il rischio sono gli eventi estremi ". Il climatologo Fausto Ravaldi non nasconde la preoccupazione in vista della debole perturbazione che potrebbe attraversare il nostro territorio nella giornata di domani.

Professore, cosa dobbiamo aspettarci?

"A causa di un lieve cedimento dell’anticiclone africano, avremo un passaggio di correnti più fresche in quota che, per la forte umidità che si è deposita nei bassi strati, potrebbero provocare violenti temporali con grandinate e forti colpi di vento. Fenomeni molto localizzati, ma dal forte potenziale".

E guardando più avanti?

"Purtroppo avremo solo un paio di notti con temperature più accettabili, poi l’anticiclone africano tornerà a fare la voce grossa per un bel po’ di giorni".

Lo scorso weekend il caldo sembrava insopportabile. Abbiamo ’polverizzato’ qualche record?

"Il sensore di rilevamento dello Scarabelli, lo scorso sabato, ha fatto registrare una temperatura di 39.3, ben lontana dai 43.8 dell’agosto 2017".

Professore, non vorrà dire che ci lamentiamo per nulla...

"Guardi, il problema riguarda soprattutto le minime. Alle due di notte di domenica i termometri registravano 28,2 gradi. Se non è record ci andiamo molto vicini".

Se ne sono accorti molti cittadini che, pur tenendo le finestre aperte, non sono riusciti a prendere sonno...

"Lo immagino. Il problema è l’umidità di cui si carica l’anticiclone africano stazionando sui nostri mari che poi viene schiacciata al suolo. L’umidità, infatti, trattiene il calore impedendo all’aria di rinfrescarsi quando il sole tramonta".

Il problema, poi, è anche la mancanza d’acqua...

"Purtroppo sì, anche perché si viene da due anni piuttosto asciutti. Nel 2020, infatti, sono caduti 520 millimetri di pioggia rispetto agli 813 del 2019. Nel 2021, poi, ci siamo fermati a 524".

Professore, potremmo dire che qualche ’meccanismo’ è andato in tilt?

"Due anni non bastano per esprimere un giudizio, ma è lecito porsi qualche domanda. Vediamo cosa succede a fine 2022".

Per ora a che quota siamo?

"Per ora siamo fermi a 283 millimetri, ma dire cosa succederà in autunno è fantascienza. Sicuramente c’è da riflettere sul fatto che i periodi siccitosi sono sempre più lunghi. Ora siamo arrivati a 45 giorni e non escludo che potremmo battere il record di 48 del 2017".

Insomma, gli eventuali temporali serviranno a ben poco?

"Purtroppo. Potrebbe fare solo qualche goccia o, come detto, qualche violento ma localizzato temporale".

I nostri anziani dicono di non aver mai affrontato una fase climatica come questa. Hanno ragione o forse è la memoria che li inganna?

"Nel 1946 ha piovuto gli stessi giorni del 2021, ma con quantitativi ben differenti (809 millimetri a 525). Il 1988 è stato uno degli anni più siccitosi (433 millimetri), ma l’anno successivo le precipitazioni tornarono nella media. Ora sono quasi due anni e mezzo di secche. Di sicuro un campanello d’allarme".