Con.Ami Imola, Manuela Sangiorgi sfida 22 sindaci

Dura replica alla lettera dei colleghi

La sindaca Manuela Sangiorgi

La sindaca Manuela Sangiorgi

Imola, 21 gennaio 2019 - «Non potevo permettere che continuasse la fase di stallo causato da chi, per mesi, ha fatto continuo ostruzionismo, lanciato offese, e avviato ripicche e prevaricazioni sulla pelle dell’intera collettività. Stiamo parlando di un consorzio patrimonio di tutti che eroga importanti servizi e la cui attività non può essere bloccata per logiche di mera opposizione politica. Non so quale mandato pensino di aver ricevuto dai loro cittadini i 22 sindaci componenti il Con.Ami che da mesi blaterano accuse, minacce e insulti. Certo è più facile attaccare strumentalmente che impegnarsi a raggiungere quell’accordo che, fino alle precedenti elezioni, era più che scontato».

E’ la replica della sindaca di Imola, Manuela Sangiorgi, che non ci sta a sentirsi dire di aver «illegalmente» forzato la mano nella nomina dei membri del Cda.

«Io so per certo che gli imolesi mi hanno chiesto il cambiamento, l’abbandono di nomine per meriti politici, di scelte fatte in nome di coccarde colorate appuntate sulle giacche di gente riciclata da ‘sistemare’. Oggi lo scenario è diverso e i cittadini di Imola non hanno votato Pd chiedendo una inversione di rotta nella direzione del cambiamento – prosegue il primo cittadino –. Dopo la disfatta elettorale, adesso, per i sindaci tanto falsamente indignati, il Comune che detiene la quota maggioritaria nel consorzio, non ha più gli stessi diritti di ieri».

Poi l'analisi di uno stallo che dura ormai dalla scorsa estate. «Da agosto del 2018 i 22 sindaci che tanto amano parlare, hanno bocciato ogni mia proposta senza alcuna motivazione o analisi di professionalità, moralità o competenza, contrapponendo figure inadeguate al ruolo – sostiene la Sangiorgi –. Non potevo permettere che si andasse oltre, per rispetto dei cittadini che hanno diritto di vivere in una città che funziona e sono stanchi di guerre politiche. Alla comunità interessa che i componenti il cda siano persone capaci, oneste, esperte nella materia e che eseguano il loro mandato sulla scorta degli indirizzi programmatici decisi e votati dall’assemblea. Ed è esattamente quello che ho fatto, applicando il codice civile e risolvendo una situazione che durava da troppi mesi e sarebbe durata ancora».

Infine, un invito ai colleghi che, a giudicare da quanto si è ingarbugliata la matassa, difficilmente verrà raccolto. «Auspico ancora un atto di responsabilità e che si smetta di esercitare la politica con chiacchiere che non hanno nulla di costruttivo – conclude la prima cittadina – .La campagna elettorale c’è già stata e i cittadini hanno già scelto. Ed è ora di passare ai fatti concreti! Nell’interesse e per il bene della collettività è mio preciso dovere garantire che il Consorzio possa svolgere le sue attività al più presto e al meglio. Non intendo fermarmi di fronte alle vecchie logiche politiche».