Elezioni 2018 a Imola, Calenda: "Esportare il nostro modello in tutta Italia"

L’ex ministro: "Offerta politica inadeguata. Bisogna allargare e ripartire dal civismo"

L’ex ministro Carlo Calenda al Molino Rosso ospite del centrosinistra

L’ex ministro Carlo Calenda al Molino Rosso ospite del centrosinistra

Imola, 21 giugno 2018 - Al termine della sua giornata in città, dove è arrivato per sostenere la candidata sindaco del centrosinistra, Carmen Cappello, l’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, racconta su Facebook: «Ho visitato un’azienda come la Sacmi che esporta macchinari e tecnologia in tutto il mondo e crea lavoro di qualità. Domenica si può votare per questa Imola qua, quella che innova nel concreto le cose con serietà e competenza. Non è solo una battaglia per il Comune, è una sfida per l’Italia».

Poco prima, per Calenda, che si è iscritto al Pd dopo il flop elettorale del 4 marzo, il pranzo al Molino Rosso (circa 150 presenti) con imprenditori, commercianti e tanti volti noti del Partitone.

Calenda, lei in queste ore ha parlato dei ballottaggi di domenica, compreso quello di Imola, come di una «prima prova di mobilitazione». Cosa intende?

«Oggi ci troviamo a ricostruire, dalle città, un percorso importante che va oltre il Pd. Sono qui a sostenere Carmen perché, se si rimette in moto il civismo locale, allora si ricostruisce quel tessuto che dà rappresentanza al centrosinistra. Nuotiamo contro la storia perché in questa fase le paure sono molto forti; e l’errore clamoroso del Pd è stato quello di non riconoscerle. Però allo stesso non ci si può fermare lì, perché governare non è fare proclami».

A differenza di altri comuni, qui al ballottaggio non va il centrodestra ma il M5s. Per voi cosa cambia?

«Credo che in fondo il M5s sia ancora più fragile dal lato delle proposte. Il centrodestra ha una visione cupa e distorta delle sfide difficili di oggi, mentre i Cinque stelle abbiamo visto che alla sfida del governo si sono sempre dimostrati un disastro perché le loro ricette sono essenzialmente la fuga dalla realtà e la protesta. Questa è un’area molto produttiva del Paese, la conosco, ma ha bisogno di governo e di presidio. Gli imprenditori non potranno fare da soli, così come i lavoratori».

La coalizione larga che è stata costruita a Imola per queste elezioni potrebbe assomigliare alla sua idea di ‘Fronte repubblicano’?

«Assolutamente. Chiamiamola ‘Lista civica nazionale’, ma quello che è stato realizzato qua va fatto in Italia: allargare e far partire dalle realtà territoriali il civismo, che ritorna a occuparsi della cosa pubblica di fronte al rischio rappresentato da un’offerta politica totalmente inadeguata e da un periodo della storia tra i più pericolosi».

Come vede il Pd a livello nazionale?

«Il Pd è una serie di persone: alcune di grande qualità, altre no. Tra le prime ci sono Gentiloni, che è stato un ottimo premier e deve tornare a essere il candidato alla presidenza del Consiglio, Minniti, Padoan… Ma da soli non bastano. E’ fondamentale andare oltre e allargare. Questo è il compito che ci aspetta alle prossime elezioni nazionali, ma bisogna partire da queste amministrative».