Imola, elezioni comunali 2018. Cappello candidata sindaco del centrosinistra

L’annuncio è arrivato dal Pd e dagli alleati. Idea Lucarelli come consulente per legalità e sicurezza

L’avvocatessa Carmela Cappello, detta Carmen

L’avvocatessa Carmela Cappello, detta Carmen

Imola, 13 aprile 2018 – La svolta arriva nel pomeriggio, al termine di un delicato summit tra alleati e sull’onda lunga dei mal di pancia che avevano agitato, nelle ore precedenti l’annuncio, buona parte di Art.1-Mdp. Rischiando di far saltare tutto proprio sul rettilineo finale, dopo giorni vissuti intensamente tra accelerazioni e brusche frenate. «Oggi prende vita un nuovo centrosinistra che si candida a governare Imola nei prossimi cinque anni e si apre al contributo della città – recita la nota uscita da viale Zappi attorno alle 17 –. Una coalizione che nasce dall’abbraccio virtuoso tra partiti locali e forze civiche, con le radici ben salde nella comunità imolese».

Sulla base di queste premesse, «abbiamo identificato – fanno sapere Pd, Art.1-Mdp, ImolaFuturo, Imola Più e la nascente lista formata da Psi e dal gruppo di Francesco Chiaiese – la figura di una candidata proveniente dal mondo della società civile imolese che sappia rappresentare e realizzare questo progetto di cambiamento».

Il nome non viene indicato, ma è ormai chiaro a tutti che il profilo ‘non di partito’ sul quale il centrosinistra punterà in vista del 10 giugno è quello dell’avvocato Carmela Cappello, detta Carmen, consigliera di Acer. Originaria della provincia di Salerno, già in corsa nel 2004 al Consiglio comunale con la Margherita (49 preferenze), la 52enne Cappello dovrebbe avere al suo fianco un pezzo da 90 quale Carlo Lucarelli come consulente su legalità e sicurezza. Lo scrittore mordanese, al quale il Pd ha chiesto invano in queste settimane di correre come sindaco, in caso di elezione fornirà il proprio contributo alla Giunta a titolo gratuito.

Sulla candidatura della Cappello si lavora con decisione (ma i contatti erano forti anche prima) dal 5 marzo. E’ all’indomani della batosta alle Politiche, infatti, che in viale Zappi è scattato il piano B: chiesto e ottenuto un passo indietro ai loro tre aspiranti sindaci, i Dem hanno accantonato l’idea della primarie di coalizione e si sono messi in moto per ricucire con gli ex alleati (ma una parte di LeU appoggerà Filippo Samachini), presentando loro un candidato unitario.

Nel frattempo, però, sono stati tanti i civici (soprattutto imprenditori e cooperatori) che hanno detto «no, grazie» al progetto del Pd. Mandando quasi in tilt un centrosinistra mai così tanto in difficoltà a queste latitudini. Così, a inizio settimana, si è arrivati al nome della Cappello, che l’ex sindaco Daniele Manca voleva in Giunta già nel 2013. E le reazioni sono stati contrastanti; sia nel partito che all’interno della coalizione. Con Mdp, in particolare, si è rischiata più volte la rottura.

Risolutivo, come si diceva all’inizio, l’incontro di ieri mattina in viale Zappi. Per i bersaniani c’era Vladimiro Ferri, l’uomo di Vasco Errani sul territorio bolognese. Complici le elezioni regionali 2019, e qualche telefonata dell’ex governatore (sempre molto legato a Manca), alla fine è arrivata la fumata bianca.