Elezioni comunali 2020 Imola, Andrea Longhi. "Voglio essere un esempio per i miei figli"

L’ex assessore, oggi candidato sindaco di ‘Imola valori comuni’: "Orgoglioso del lavoro fatto con Manuela, ma troppe accuse ingiuste"

Il candidato sindaco Andrea Longhi

Il candidato sindaco Andrea Longhi

Imola, 9 settembre 2020 - Quando il 28 ottobre 2019 l’allora sindaca Manuela Sangiorgi annuncia le proprie dimissioni in piazza Matteotti, Andrea Longhi è sotto al palco assieme ai suoi colleghi di Giunta. Ed è forse il più deluso da quel passo indietro. Al tempo assessore con deleghe all’Ambiente e alla Sicurezza, ma da sempre fuori dall’orbita M5s, è infatti tra i pochissimi in quella squadra di governo in sintonia con la linea della Sangiorgi. «Eravamo qui per comunicare, alla città e a chi ci accusa di essere fermi, quello che abbiamo fatto – è l’amaro commento a caldo rilasciato quella sera –. Avevamo ampie carte per dimostrare che abbiamo lavorato tantissimo. Andiamo a casa con l’amaro in bocca. Ma chi l’ha portata a questo punto se ne deve assumere la responsabilità…».

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Ecco, la scintilla che spinge oggi Longhi a correre per la fascia tricolore scatta probabilmente in quel preciso momento. «Sono orgoglioso del lavoro svolto come assessore – rivendica oggi l’aspirante primo cittadino della lista civica ‘Imola Valori Comuni’, seduto a due passi dalla Rocca per l’iniziativa del Carlino ‘Un caffè con il candidato sindaco…’ –. Ho lavorato con sacrificio 12 ore al giorno: ero il primo ad arrivare in ufficio e l’ultimo ad andare via». Non un’esperienza facile, quella di Longhi in Giunta: entrato per sostituire Ezio Roi (amatissimo dalla base del M5s che non a caso oggi lo ha scelto come aspirante primo cittadino), resta vittima del fuoco amico. E in nome della trasparenza grillina, a causa di una vecchia condanna, è costretto a sventolare in Consiglio comunale il casellario giudiziario (immacolato in seguito alla successiva riabilitazione) in uno dei momenti-simbolo dello scorso mandato. «Accuse ingiuste che hanno fatto male a me e alla mia famiglia – ricorda oggi Longhi –. Quel pezzo di carta ai fini della valutazione di una persona ha un valore limitato. Il mio vero lato personale è quello legato all’esempio costante che cerco di essere per i miei figli».

Longhi, lei entrò in Giunta come ‘quello della Lega’. Oggi corre (anche) contro il loro candidato sindaco.  «Quell’etichetta mi è stata attribuita vista l’amicizia, che non rinnego, con il deputato Gianni Tonelli, con il quale condivido la militanza nel sindacato di polizia. A volte le mie idee coincidono con quella della Lega, ma solo nella misura in cui non si può pensare che quanto dice un partito sia sempre tutto sbagliato. Non ho mai avuto la tessera del Carroccio né mi è mai stata proposta…».

Come ha reagito la sua famiglia quando ha detto loro che si sarebbe candidato?  «Non c’è stata una immediata risposta, ma una lunga pausa. Avranno pensato ‘Ma chi te lo fa fare’, visto che non hanno riconosciuto lo sforzo fatto. Sacrifici che, tra l’altro, si sommano a quelli professionali: per entrare in Giunta, come normativa vuole, ho dovuto lasciare il posto di responsabile alla polizia scientifica, a dieci minuti da casa, per andare a fare il pendolare a Bologna. Ho tolto tempo ai miei bambini, ma credo che sia doveroso fare qualcosa di buono per la propria città».

Si presenta a capo di una lista civica che comprende al suo interno vari fuoriusciti dall’ultimo gruppo consiliare del M5s. Le pesa l’etichetta di ex grillini attribuita a ‘Imola Valori Comuni’?  «Mi secca perché non corrisponde al vero. Penso che, su un gruppo di 24 candidati, avere cinque persone che si sono già sedute in Consiglio comunale, più me che sono stato in Giunta M5s ma da tecnico esterno, sia una percentuale irrisoria».

In che rapporti è rimasto con l’ex sindaca Sangiorgi?  «Manuela per me resta una grande persona, che mi ha dato la possibilità di conoscere meglio l’amministrazione comunale e di potere incidere sulle scelte per il territorio. È stato un ruolo che ho cercato di portare avanti con passione, mi dispiace che sia finito tutto prima del previsto».

L’idea è quella di rientrare in Consiglio comunale per riprendere il lavoro rimasto in sospeso?  «Per quanto mi riguarda, nel corso del pur breve mandato ho modificato il Regolamento di polizia locale e quello sugli animali da affezione che, pensi, venivano chiamati ancora ‘merce’. Erano regolamenti entrambi vecchissimi, così come tanti altri rimasti lì. Per questo mi chiedo dove abbiano inciso le ultime due Giunte prima della nostra. Ora rientrando vorrei, tramite le varie commissioni, incidere sul lavoro amministrativo».

Riscontro dei cittadini alle vostre proposte in questa strana campagna elettorale?  «Veramente eravamo partiti con le iniziative già a inizio anno, poi con il lockdown si è fermato tutto. Stiamo comunque portando avanti la campagna elettorale con tanta energia, tra banchetti e social. La voglia di raggiungere le persone, che in molti casi mi conoscono per i miei anni in polizia, non ci manca».

Ferie?  «Niente, i miei sono al mare mentre io vado avanti con la campagna elettorale».

La vostra proposta civica non rischia di restare schiacciata da quella dei partiti?  «No. Anzi, il non essere legati né riconducibili a loro, a differenza di altri, sarà la nostra forza. Vorrei tanto che i cittadini aprissero gli occhi. La nostra è una lista civica di operai, imprenditori e dipendenti pubblici senza incarichi, che non mirano ad avere consulenze, e interessati solo al bene dei cittadini. A essere i loro occhi, le loro orecchie e la loro bocca in Consiglio comunale».