Elezioni Regionali Imola, in Vallata il rosso è più sbiadito

Per Bonaccini percentuali migliori nei comuni grandi. Fontanelice premia il centrodestra. Baldazzi (Castel del Rio) critico sul Circondario

Lo spoglio dei voti a Imola (Foto Isolapress)

Lo spoglio dei voti a Imola (Foto Isolapress)

Imola, 30 gennaio 2020 - Tre grandi aree di colore rosso acceso (a testimonianza di una vittoria netta del centrosinistra) a Imola, Castel San Pietro e Medicina. I territori di pianura come Mordano e Castel Guelfo con una tonalità più sbiadita; con Dozza che tende al rosa. E poi la Vallata del Santerno: rossa stinta, ad eccezione della verde Fontanelice, dove il centrodestra ha chiuso in testa. Eccola qui la mappa del voto nei dieci comuni del circondario per queste elezioni regionali.

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A quasi un anno da quelle Europee che nell’Imolese avevano fatto sognare la Lega, ma che all’indomani, grazie allo spoglio per le Amministrative, avevano riconsegnato al Pd tutti i Comuni in ballo, la situazione è stabile. Nei tre territori più grandi, il centrosinistra cresce o comunque si conferma. Così pure a Castel Guelfo, mentre a Mordano c’è un lieve calo. A Dozza la Lega viene invece scavalcata dal Pd, con Bonaccini che tra il borgo dalle mura dipinte e Toscanella vince con uno scarto di 5,74 punti percentuali rispetto alla Borgonzoni.

Per il centrosinistra va peggio solo a Fontanelice, unico comune del circondario dove il presidente riconfermato chiude dietro la sua sfidante (-1,78%). Nel resto della Vallata, il centrosinistra è avanti. Ma di poco. E anzi, a guardare la mappa con gli esiti del voto, si ha la sensazione che dai territori montani ci sia una discesa del centrodestra a trazione leghista. E che gli abitanti dell’Appennino stiano voltando sempre di più le spalle a chi qui ha sempre governato.

Ne è convinto il deputato leghista Gianni Tonelli. "I grandi cambiamenti si sviluppano nel breve periodo solamente dopo le guerre e le rivoluzioni – sottolinea il parlamentare del Carroccio –. In un contesto di pace, le tempistiche sono più dilatate e il miracolo operato da Matteo Salvini è stato quello di accelerare i tempi che però non possono essere forzati oltre l’ordine naturale delle cose. Il sistema emiliano-romagnolo è stato plasmato dalla sinistra in settantaquattro anni per mettere in simbiosi e dipendenza reciproca i soggetti economico-sociali con quello politico. Un perverso e deviato monolite che però non può e non potrà bloccare il corso storico degli eventi, come la piantina in maniera incontrovertibile ci dimostra". Detto questo, infatti, secondo Tonelli, "il cerchio si stringe e il cambiamento è assolutamente inarrestabile".

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Pur avendo un percorso politico opposto a quello del deputato del Carroccio, anche il sindaco di Castel del Rio, Alberto Baldazzi, fa una riflessione che, partendo da punti totalmente diversi a quelli di Tonelli, ha un esito simile. L’unico primo cittadino non Pd della Vallata, che di certo non può essere accusato di vicinanza alle idee del Carroccio, ne fa una questione più amministrativa che politica.

«Lo schema unionista che mantiene inalterata la pressione fiscale sui territori e genera un effetto di spesa differito impoverisce piano piano le economie di prossimità", è la lettura di Baldazzi, che da tempo si batte (anche con la Regione) per rinnovare il Circondario. "I primi a rimetterci sono la periferia e l’Appennino – osserva il sindaco di Castel del Rio –. Non si possono alzare le tasse per far stare bene un ente (quello di via Boccaccio, ndr) che fa avanzo di bilancio e non si misura con la fiscalità né con l’elettorato e genera solo inefficienza. Bisogna cambiare strada".