Imola, Vassallo: "Sarà difficile evitare il ballottaggio"

Il politologo analizza la situazione in vista delle elezioni del 10 giugno: "La città è contendibile"

Salvatore Vassallo, politologo ed esponente del Pd

Salvatore Vassallo, politologo ed esponente del Pd

Imola, 24 maggio 2018–Salvatore Vassallo, politologo ed esponente del Pd, il 10 giugno a Imola si vota per le amministrative. In tanti sostengono che si tratti di un test chiave in vista delle regionali del 2019: è d’accordo?

«E’ sicuramente un test importante per capire gli orientamenti di voto. Perché se c’è differenza tra le politiche e le amministrative, tra queste ultime e le regionali la parentela è più stretta».

Cosa aspettarsi, alla luce dei rapporti di forza emersi dopo il 4 marzo?

«A Imola, come nel resto dell’Emilia-Romagna, grazie alla tenuta del M5s e alla crescita del centrodestra trainato dalla Lega la competizione rispetto al passato si annuncia strutturata attorno a tre poli equivalenti. Può capitare di tutto, di sicuro la città è contendibile. Ma più che i 5 Stelle, solitamente più deboli nelle competizioni locali e con un consenso in leggero calo, credo sia più plausibile un ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra».

A quel punto però, anche alla luce dell’intesa di governo con la Lega, gli elettori del M5s correrebbero a votare centrodestra al secondo turno per arrivare al ribaltone.

«Questo non ho elementi per dirlo, anche se devo ammettere che il profilo del candidato scelto dal centrodestra non mi sembra troppo in grado di attrarre l’elettorato grillino».

E il Pd, invece, proprio non ce la farà a evitare il ballottaggio?

«In questo frangente, considerato l’esito del voto del 4 marzo e l’immagine complessiva del partito, è difficile».

A Imola però si presenta in coalizione con varie forze civiche e dopo aver recuperato almeno in parte il rapporto con Art.1-Mdp.

«Questo sarà importante per verificare se il totale, vale a dire la capacità di mostrarsi uniti agli elettori, vale più della somma delle singole componenti». Capitolo affluenza: nel 2013 ci si è fermati poco sotto il 60%, come andrà il 10 giugno?

«Non mi aspetto un calo drastico. Quella della poca partecipazione è una fase già vissuta, in Emilia-Romagna. Ora invece la competizione tra i tre poli è forte e le vicende politiche stanno suscitando grande attenzione».

Si dice sempre che, da queste parti, più l’affluenza è alta e maggiori possibilità ha il Pd di vincere.

«Non è così scontato, anzi tenderei a escluderlo. Negli ultimi anni la partecipazione è stata molto più motivata dall’insofferenza e dal risentimento nei confronti dell’amministrazione che non dalla sua approvazione. E anche la congettura sottostante, basata sull’esistenza di forme di ‘clientelismo’ in senso lato, ormai non regge più».

Quanto sarà importante, per le varie forze politiche, riuscire a portare in città i rispettivi leader?

«Quelli continuano a fare la differenza, ma in base al momento. Nel 2014 Renzi avrebbe portato voti al Pd, che nel frattempo i suoi leader li ha logorati. E in questa fase di ripiegamento dopo la sconfitta ha vari leader deboli e poco mobilitanti».

Cosa dovrebbe fare, allora, il Pd?

«Scommettere sul suo vero asset: provare a far riconoscere agli elettori che le amministrazioni che hanno fin qui governato Imola lo hanno fatto bene, convincendoli a proseguire in questo lavoro».