Palmizio apre la Casa regionale degli Azzurri ma scarica il forzista imolese

In via Selice il perno dei berlusconiani, il coordinatore regionale ignora però il suo compagno di partito Carapia: «È un perdente»

Massimo Palmizio, a destra, con al suo fianco Fabio Garagnani  nella nuova sede regionale di Forza Italia

Massimo Palmizio, a destra, con al suo fianco Fabio Garagnani nella nuova sede regionale di Forza Italia

Imola, 23 luglio 2017 - Forza Italia mette i paletti in vista delle elezioni amministrative del prossimo anno. Pur dimostrando di credere, almeno in linea di principio, al progetto di un centrodestra unito sulla falsariga di quanto accaduto a livello nazionale in occasione delle recenti comunali, «escludo che il nostro candidato sia della Lega Nord», avverte il coordinatore regionale azzurro Massimo Palmizio, arrivato ieri in città per presentare la nuova sede «logisticamente comoda» di via Selice, a due passi dal casello della A14, che servirà da punto di riferimento per l’attività del partito in Emilia-Romagna. Il motivo? «In questa regione, con un candidato leghista si perde», è la giustificazione del deputato forzista, che a dimostrazione della validità del proprio ragionamento cita quanto accaduto in varie città emiliano-romagnole, tra cui Bologna. Guardando al 2018, Palmizio parla di Imola come di «un caso particolare» e, inquadra così l’appuntamento con le comunali di primavera sotto l’Orologio: «Il Pd è messo male, ma non siamo messi bene neanche noi». Il motivo? «Non abbiamo grandi personalità da spendere», si rammarica il coordinatore regionale di Forza Italia. Insomma, un bocciatura senza appello per l’operato del pur combattivo consigliere comunale Simone Carapia, candidato del defunto Pdl alle amministrative 2013, con il quale i rapporti sono inesistenti ormai da tempo.

«Non lo sento da anni – rimarca infatti Palmizio –. Non si candida un perdente, comunque ci darà una mano». Così, ribadito che con la Lega il dialogo resta aperto («Ma non abbiamo ancora affrontato il tema Imola»), il rischio secondo il coordinatore regionale azzurro è quello di un’affermazione del M5s in riva al Santerno: «Ci manca solo questo, proprio loro che quando hanno un amministratore buono lo cacciano», punge il coordinatore regionale di Forza Italia. Per tentare di scongiurare l’avanzata dei grillini, l’idea è allora quella di guardare alle forze civiche imolesi. Anche se, pure in questo caso, sembra tutto in alto mare. I nomi snocciolati da Palmizio sono quelli dell’imprenditore Alberto Forchielli (ma pare un discorso chiuso ancor prima di essere stato intavolato) e dell’associazione cattolica Tommaso Moro, che però oltre all’ex Pdl Alessandro Mirri (oggi Alternativa popolare dopo il passaggio in Ncd) ha tra le sue fila anche quel Romano Linguerri alleato del Pd. «I civici li vedrei anche volentieri – ragiona Palmizio –. Si parlava di una grande lista delle forze di opposizione contro chi governa questa città, e noi le alleanze siamo disponibili a farle con tutti. Ma certo che chi sta in maggioranza deve farsi da parte. Un candidato sindaco, comunque, si troverà».

Lo scaricato Carapia rispoende per le rime: «Su una cosa ha ragione: darò sempre una mano per cercare di cambiare il governo della città e far vincere il centrodestra». Simone Carapia, consigliere comunale di Forza Italia, replica così alle dure parole spese nei suoi confronti dal coordinatore regionale azzurro, Massimo Palmizio, con il quale i rapporti sono praticamente inesistenti ormai da tempo. In vista delle amministrative del 2018, «sono convinto che il candidato dovrà esprimerlo il territorio prima possibile – manda a dire Carapia – viste le difficoltà del Pd, un partito oramai solamente autoreferenziale e legato agli interessi di pochi». Tornando allo scontro con i vertici del suo partito, «tutta la comunità di Forza Italia di Imola e circondario è stata abbandonata – replica il consigliere comunale di opposizione – ma siamo andati avanti ugualmente, nonostante umiliazioni e silenzi assordanti. Però dire ‘Sono anni che non lo sento’ è semplicistico da parte di chi dovrebbe dare disposizioni, indirizzi e soprattutto la linea del partito a livello regionale. Se la mia candidatura può essere utile – conclude Carapia –, sono a completa disposizione. Per me parla l’esperienza, il lavoro fatto di anni e la stima e autorevolezza riconosciuta dal territorio».