Imola, la direzione del Pd ha deciso: sì al candidato unitario

Stop alla contesa interna: un solo nome per le eventuali primarie

Il segretario del Pd imolese, Marco Raccagna

Il segretario del Pd imolese, Marco Raccagna

Imola, 17 marzo 2018 – Parola d’ordine: evitare (ulteriori) faide interne. Tallonato da M5s e centrodestra, e sfibrato da quanto accade a Roma, il Pd imolese prova a compattarsi. E ha deciso che il nome del proprio candidato sindaco sarà unico e unitario. In pratica, nella scelta del profilo attraverso il quale provare a tenersi il Comune, il Partitone eviterà una guerra fratricida. E se davvero ad aprile saranno primarie di coalizione, parteciperà alla contesa con un solo concorrente invece che con i due, tre o forse quattro attualmente in campo.

Così ha deciso la direzione, riunita l’altra sera in viale Zappi. Un incontro teso, ma terminato come previsto senza lacerazioni. E dal quale si è usciti con un documento approvato quasi all’unanimità. In mancanza del nome del candidato sindaco (e non è poco), il Pd ha infatti provato a tracciare la strada da percorrere nelle prossime settimane: più collegialità, grande apertura alla società civile, confini della coalizione sempre più larghi e, soprattutto, forte discontinuità (più facile a dirsi che a farsi) rispetto al passato su temi caldi quali discarica, sanità e sicurezza.

Il nome del candidato (perché tanto alla fine passa tutto da lì) dovrà essere rappresentativo di tale progetto. Ecco perché, almeno all’inizio, si era pensato a un civico, espressione di una lista ad hoc alla quale affiancare il simbolo del Pd. Ma poi, vista la difficoltà a ottenere riscontri positivi, si è preferito non abbandonare la pista del nome interno al partito. Sul fronte della società civile, i «no» incassati da viale Zappi si contano infatti sulle dita di due mani. C’è poco da fare: la curiosità di capire quanto accadrà a giugno a Imola ha ormai varcato i confini locali, e di certo l’ipotesi di passare alla storia come il primo candidato del centrosinistra sconfitto in riva al Santerno non è delle più allettanti.

Raffreddata la strada che porta a Stefano Manara (Con.Ami), tra i nomi sui quali il Pd conta ancora di poter puntare spicca quello di Carlo Alberto Gollini, presidente della cooperativa Giovani rilegatori. L’idea di molti è però quella di ottenere – per lui o per altri esponenti civici che dovessero palesarsi nelle prossime due settimane – l’investitura preventiva dell’intera coalizione evitando così di passare dalle primarie del centrosinistra. Guardando ai politici, invece, la questione appare più lineare. Con Anna Pariani uscita dal partito, e Marco Panieri sempre defilato, hanno dato ormai da tempo la loro disponibilità a correre Davide Tronconi e Fabrizio Castellari. Ma, detto che Tronconi è sostenuto da un’ampia fascia di ex consiglieri comunali Pd, nessuno dei due ha però avuto fin qui avuto l’investitura ufficiale del partito.

«La direzione dell’altra sera è stata positiva – si limita a commentare il segretario dem, Marco Raccagna –. E sono stati fatti dei passi in avanti. E’ stato stabilito di arrivare a una decisione in maniera collegiale e condivisa e, inoltre, si è ribadita la necessità di portare elementi di forte novità in una coalizione che dovrà allargare il tradizionale perimetro del centrosinistra aprendo al civismo».