Imola, Renzi lancia Manca: "Uno dei migliori sindaci che abbiamo"

Tutto esaurito al Molino Rosso per la visita dell’ex premier in vista del voto del 30 aprile

Renzi affettuoso con il ‘suo’ ministro del lavoro: il saluto sotto un’orda di scatti degli smartphone

Renzi affettuoso con il ‘suo’ ministro del lavoro: il saluto sotto un’orda di scatti degli smartphone

Imola, 22 aprile 2017 - Chiamarla investitura, forse, sarebbe troppo. Ma se è vero (come è vero) che Daniele Manca, in scadenza di mandato nel 2018, ambisce a un incarico di governo a livello nazionale (magari sottosegretario come fu per Bruno Solaroli), ecco allora che quel «E’ uno dei migliori sindaci che abbiamo», con il quale l’ex premier Matteo Renzi ha omaggiato ieri il primo cittadino imolese nella sua città, non può passare inosservato. E’ gremita la sala del Molino Rosso per il ritorno di quello che, in un infinito gioco dell’oca, si appresta a essere rieletto segretario del Pd per poi tentare di nuovo la scalata a Palazzo Chigi, abbandonato a dicembre dopo la débâcle referendaria. Gli organizzatori, alla chiusura delle prenotazioni per oggettiva mancanza di spazio ulteriore, contano 525 presenze. Per il pranzo di autofinanziamento in vista delle primarie del 30 aprile, menù da 30 euro a testa: ossigeno per le casse di viale Zappi.

Oltre al sindaco Manca, c’è il segretario territoriale Marco Raccagna, quello regionale Paolo Calvano, il governatore Stefano Bonaccini e il portavoce della mozione Renzi, Matteo Richetti. Giocano in casa, arrivano entrambi da Mordano, il deputato Daniele Montroni e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti («Col Jobs Act comunque ha fatto fare un grande passo in avanti al Paese», è la carezza dell’ex premier). C’è buona parte della Giunta, ma praticamente nessun consigliere comunale, eccezion fatta per il renzianissimo Marco Panieri. Ci sono i vertici della cooperazione imolese, quelli di Con.Ami, Marco Gasparri (numero uno della delegazione locale di Unindustria) , Danilo Francesconi (segretario Cisl), un pezzo di sanità locale e qualche dirigente scolastico. Si vede anche l’ex centrocampista di Bologna e Juve, oggi volto di Sky Sport, Giancarlo Marocchi. «Credo che il 30 aprile sia una bella occasione – afferma Renzi –. Dobbiamo fare tutti uno sforzo perché’ possa essere vissuta da più persone possibili senza nemmeno rincorrere le truppe cammellate». Del resto, continua l’ex premier, si dice che «se vengono in troppi sono truppe cammellate, se vengono in pochi non va bene. Io mi darei un po’ di tregua e un po’ di calma. Stiamo facendo una cosa bella. Sono le primarie, vinca il migliore, sulla base di come andranno le cose poi il partito ripartirà». Prima di Renzi, e dopo l’introduzione-appello di Raccagna («Votate e portate tanti a votare»), al sindaco Manca il compito di fare un po’ di calcoli a una settimana dall’apertura delle urne dei gazebo e nei circoli. Detto che da queste parti, tra gli iscritti, l’ex premier ha staccato nettamente lo sfidante Andrea Orlando, il Pd sul Santerno non vuole sorprese: «Abbiamo bisogno di una grande mobilitazione – avverte Manca –. Ognuno deve portare a votare 20 persone. L’altra volta votarono in 16mila sul territorio. Abbiamo davanti una sfida molto grande».

«Se il sindaco Manca è uno dei migliori amministratori del PD allora sono proprio alla frutta». E’ una reazione polemica quella di Simone Carapia (Forza Italia) al lancio che Renzi ha fatto di Daniele Manca, proiettato verso l’agine romano al termine del suo secondo mandato, nel 2018. «D’altronde - prosegue l’esponente azzurro - a dirlo è Matteo Renzi, un ex presidente del consiglio non votato dagli italiani che si reputa un monocolo nella valle dei ciechi. Perché Renzi invece di dire delle patacche (termine usato dal segretario pd imolese Raccagna durante il pranzo con Renzi per denigrare gli avversari) non viene a parlare con gli imolesi che glielo spiegano loro quanto è bravo il primo cittadino imolese. Le cose cambiano in fretta in politica , ricordo ancora quando Renzi fu confinato la prima volta sul Santerno al centro sociale La Stalla a Imola e la Serracchiani in un angoletto di una piazza perché sul Santerno erano tutti dalemiani e bersaniani e il fiorentino pareva un piccolo Berlusconi e quindi un pericolo. Allora forse il primo cittadino imolese non era tanto bravo per il fiorentino, ma adesso che sul Santerno sono saliti sul carro renziano le cose cambiano e si diventa tutti più bravi e addirittura uno dei migliori sindaci»